mercoledì 23 dicembre 2009

Buon Natale....

A tutti quelli che conosco e a cui voglio bene

A chi non conosco ma legge questo blog

A quelli che stanno bene e sono in equilibrio

A quelli che stanno attraversando un brutto momento, vi penso e vi sono vicina

A chi pensa che il Natale sia splendido

A chi pensa che il Natale sia solo commerciale e lo odia

A chi crede nella nascita del Redentore

A chi festeggia il Sol Invictus

A chi festeggerà in famiglia

A chi partirà per lidi lontani

A chi lavorerà

A chi sarà solo in casa con cibo del take away cinese

A chi è sempre buono

A chi lo è solo per buonismo natalizio

A chi ha fatto regali

A chi li ha ricevuti

A chi né li ha fatti né li ha ricevuti

A chi dormirà

A chi correrà

A chi riposerà

A chi ridera, giocherà, piangerà, ballerà

A chi farà l'amore con un altro

A chi farà l'amore con se stesso

A chi è solo e guarda la tv

A chi ha figli da accudire

Sono giorni di Grazia Divina, Universale, e la Grazia è per tutti.

Un pensiero, per voi. Buon Natale. Arianna

martedì 15 dicembre 2009

Risvegli precoci: stress, stanchezza o.....?

Una delle cose più "sgradevoli" dei D.B. è che tante manifestazioni emotive, mentali e fisiche, che per il resto del mondo sono solo quello che sono, per noi potrebbero essere sintomi di uno scompenso...in up e down...ma uno scompenso, o l'inizio di esso.

Sono tre giorni che mi sveglio verso le 6. Non ho modificato l'ora in cui vado a letto, sempre verso le 23/23.30, eppure alle 6 mi sveglio. Talvolta mi sento un po' stanca. Stamani mi sentivo bene, comunque.

E allora.....per una persona normale possono essere tre risvegli precoci, e basta.

Io devo tener conto che potrebbero essere segnali, complice il periodo stressante di fine anno.

Potrebbe essere:
a) troppo stress
b) un inizio precocissimo di ipomaniacalità...per ora senza altri sintomi
c) la dieta purificante sta funzionando bene e mi sta dando energia pulita....
d) una mera casualità che domani si risolverà

Sinceramente, preferisco peccare per eccesso di prudenza che per avventatezza o superficialità.

In casi del genere, le mie strategie sono:
- ridurre gli impegni. ormai la maggior parte di regali è fatta, mi restano due giorno di lavoro intenso e poi posso dedicarmi a rilassarmi, dormire, leggere un buon libro, andare all'hammam....
- prendere erbe: rhodiola per lo stress di giorno e, la sera, passiflora per conciliare il rilassamento e il sonno
- se nel giro di 2-3 giorni non ci sono apprezzabili cambiamenti, chiamare la psichiatra.

Mi sembra sempre di ubbidire agli ordini di Malocchio Moody, "Vigilanza costante!"....ma è la sola strada che abbia funzionato.

mercoledì 9 dicembre 2009

Ancora Natale?

Anzitutto mi scuso, con me stessa e con voi, per la latitanza degli ultimi tempi. Pochi post, diradati...no, non si fa così.

Cerchiamo le giustificazioni? Qualcuna potrei anche trovarla (superlavoro di fine anno, testa troppo piena da stress e problemi), ma preferisco non cercarne e non darne!

Quindi, rieccomi.....giusto in tempo per i consigli natalizi!

Già l'anno scorso scrissi un post (lo trovare sotto "Stress") su che delirio sia il Natale...per tutti, ma chi soffre di depressione e DB deve stare particolarmente attento a quello che il Natale oggi impone: corsa ai regali, varie cene prenatalizie, per i più sfortunati organizzazione di cenoni vari....giuro, dovessi fare tutto...ne morirei!

quindi, anche quest'anno, seguo la regola del SEMPLIFICARE.

REGALI: alla maggior parte degli amici regalo libri. Una sola visita in una libreria ben fornita appaga tutti, me e loro (e se il regalo non è gradito, possono cambiarlo facilmente). E con questo il problema è al 90% risolto. Per gli altri regali, cerco di fare poco alla volta: in giornate feriali, nei ritagli di tempo.

CENONE: grazie al cielo non mi compete. Siamo, ogni anno, da mia madre. Ma sarei, di mio, molto favorevole a saltarlo pié pari o a mangiare una pizza fuori. Per chi deve farlo, vale la regola che uso per le cene: coinvolgete gli invitati nella preparazione, che ognuno porti qualcosa.

CENE PRE POST NATALIZIE: se sono in casa, vale il vecchio principio: ognuno porti qualcosa da mangiare. E me la cavo preparando uno o due piatti, non 8.
Due anni fa, per un capodanno, adottai la strategia del take away indiano: ci divertimmo un mondo, mangiammo bene, non faticai per nulla e spesi pochissimo.

RIPOSO E RELAX: quando è troppo, è troppo. Un giro di shopping ieri, per accompagnare mia madre, mi ha stremato. Sono andata a letto alle 9 di sera, dopo un bagno caldo con 3 pugni di sale, per ripulirmi da impurità varie. Stamani sono un fiore! ;-)

ORGANIZZARE TEMPO CON AMICI: questo vale per tutti, ma soprattutto per chi è solo. Il Natale è una delle feste più depressive in assoluto. Tanti che si baciano, si vogliono bene (apparentemente) si fanno regali....e chi è solo rischia una depressione equina (da cavallo!). Non a caso la notte di Natale è quella con il più alto tasso di suicidi di tutto l'anno. Le persone sole dovrebbero cercare di organizzare dei momenti, frequenti, con amici, o di trovare alternative: conferenze, mostre, sale da ballo, sport....non rimanete soli a rimuginare sulle vostre "disgrazie", ma cercate di stare in compagnia. Per chi è proprio un orso solitario e vuole chiudersi in casa con scorte bunker di cibo, altra buona strategia è fare scorta di film comici. Tenetevi assolutamente lontani da drammi e drammoni....sane risate è quello che vi serve!

Ecco, siamo al 9 dicembre...ci riaggiorneremo....!

Certo, per chi potrebbe permetterselo ci sarebbe sempre l'opzione "via dall'Italia, in un paese dove il Natale non sia contemplato". Ma, pur restano, possiamo limitare i danni.

martedì 17 novembre 2009

Intolleranze alimentari 2: la vendetta

Ovvero: dal cyto test è risultato che sono intollerante ai latticini, al thé e al caddè, anche se deteinati o decaffeinati.

Ora, io non mangio carne, togliere anche i latticini e l'amato caffè decaffeinato...è una mazzata.
Per il thè, non ho così tanti problemi in quanto da tempo la mia miscela preferita è la classic della ayurvedic, un thè non thè....nel senso che ci sono solo erbe ma non il thè!

Ma ce la farò!

Scrivevo qualche giorno fa che i cibi a cui siamo intolleranti possono influire anche sul tono del nostro umore.

In America, ad esempio, hanno studiato che se si assumono latticini o glutine, e si è ad essi intolleranti, non solo si avranno disturbi a livello di colon, ma anche a livello di equilibrio emotivo e di umore.

Ormai sembra poi assoldato il ruolo dello zucchero-saccarosio in sindromi quali l'ADHD (deficit da attenzione ed iperattività) e nella depressione e nel disturbo bipolare. Una dieta priva di zucchero sembra proteggere dall'iperattività e da picchi di umore troppo alti.

Ora, evitare latticini e zucchero non è facile. Bisogna diventare dei maghi delle etichette, andare al supermercato e leggere per filo e per segno cosa è contenuto nei vari cibi.
Il latte e i formaggi viene messo nei biscotti, nel pane in cassetta, nei ripieni, etc.
Lo zucchero si trova nei legumi e nelle verdure in scatola, in certe passate di pomodoro....insomma, la parola d'ordine diventa SPULCIARE.

Per il resto, una buona notizia: guarire dalle intolleranze si può.

Oggi esistono varie tecniche per riabituare l'organismo in modo sano ad assimilare correttamente certi alimenti.....grazie al Cielo!

venerdì 13 novembre 2009

Stanchezza...

Il mio compagno continua a chiedermi se sono stanca.

Ha i suoi motivi: se mi guardo allo specchio, vedo un volto pallido, le occhiaie sempre più marcate, profonde, grigiastre.

Ma io non mi sento stanca. E non sono in una fase di superlavoro.

Ho, anzi, del tempo per occuparmi di me stessa: un bagno caldo, un buon libro, una passeggiata con una amica. Lussi. Lussi del nostro bene più grande, il tempo, che posso permettermi solo da poco.

Eppure il mio volto è segnato, lo ammetto. E neppure dormire a lungo aiuta.

Durante la giornata riesco tranquillamente a svolgere le mie attività quotidiane. E sono quasi rassegnata a ricorrere a tappafalle estetici: copriocchiaie e fondotinta.

Se da un lato ringrazio i farmaci per la stabilità che mi danno, dall'altro penso che prendere farmaci così a lungo impoverisca le forze - gli omeopatici direbbero la vis vitalis - dell'organismo.

Ma che posso farci?

Tornare a soffrire molti mesi all'anno?

Aumentare le probabilità di un'altra crisi, un altro ricovero?

No, grazie.

Qualche giorno fa mi sono sottoposta al cytotest per scoprire se ho delle intolleranze alimentari.

Oggi va molto di moda, avere un'intolleranza alimentare.

Ma al di là di questo, scoprire se il nostro corpo non assimila bene certi alimenti, e quindi viene intossicato dalla loro assunzione, può essere un valido aiuto, sia per la salute del corpo che per l'equilibrio del tono dell'umore.

Vi terrò informati.

Poesia: NON VOGLIO SAPERE

Nella mia presentazione ho parlato di poesia...e non ne ho pubblicata neppure una, né delle mie né dei miei poeti preferiti. Quasi un controsenso.
Oggi inizierò con una poesia di Orso che Danza....perché l'ho trovata in sintonia con la sensibilità iperaccentuata, con il mondo interno di chi soffre di D.B.
Poesia emotiva ed emozionante...ma possiamo ancora permetterci picchi del genere? O sarebbero solo segno che i farmaci sono da aumentare? Segno della nostra malattia, della nostra bellezza e della nostra condanna?
C'è ancora spazio per questo sulla terra? Ancora spazio, libero intendo, per i poeti, i mistici, i sognatori, gli idealisti? O l'unico spazio riservato a loro è un reparto psichiatrico??
La mia psichiatra ha ammesso che se incontrasse Cristo, con i suoi discorsi e il suo amore infinito, lo metterebbe sotto Zyprexa. Idem dicasi per San Francesco, Buddha, e compagnia bella.
Va bene, basta con le riflessioni personali. Spazio alla poesia.

NON VOGLIO SAPERE
Non voglio sapere quel che fai per sopravvivere. voglio sapere per che cosa soffri, e se sai almeno sognare di accettare la passione del tuo cuore.
Non voglio sapere le pene dei tuoi anni. Voglio sapere se sai rischiare di sembrare matta per amore, per i tuoi sogni, per l'avventura di essere viva...
Non voglio sapere quali pianeti sono in quadratura con la tua luna. Voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolore, se sei stata aperta ai tradimenti della vita o se ti sei ritirata e chiusa per paura di ulteriore dolore.
Voglio sapere se puoi star seduta con il dolore, il mio o il tuo, senza far niente per nasconderlo, o mascherarlo o immobilizzarlo.
Voglio sapere se puoi stare con la gioia, la mia o la tua; se puoi danzare nascostamente nel silenzio e lasciare che l'estasi ti riempia fino alla punta delle dita senza ammonirti di stare attenta, di essere realista, o di ricordarti le limitazioni dell'umano.
Non voglio sapere se la storia che stai raccontando è vera.Voglio sapere se puoi deludere gli altri per essere vera con te stessa, se puoi sopportare l'accusa di tradimento e non tradire la tua anima.
Voglio sapere se puoi essere fedele alla tua fede silente, se sai vedere la bellezza anche nell’orrore di ogni giorno, e se sai nutrire la tua vita della Sua presenza.
Voglio sapere se puoi vivere con il fallimento, il tuo e il mio, e ancora ergerti sulla riva di un lago e gridare all'argento della luna piena, “SÌ!”
Non voglio sapere dove o come o perché vivi . Voglio sapere se puoi continuare a vivere dopo un giorno di pena e disperazioneaddolorata e ferita fino alle ossa, e fare ciò che c'è da fare...
Non voglio sapere se sei felice o no, se lo sono o no.Voglio sapere se sai stare al centro del fuoco insieme a me e non ti ritirerai.
Non voglio sapere dove o cosa o con chi hai vissuto e vivi. Voglio sapere che cosa ti sostiene quando tutto il resto cade giù. Voglio sapere se puoi stare sola con te stessa, e se veramente ti piace la compagnia che ti dai nei momenti vuotidi ogni presenza.
di Orso che danza, il pellerossa, l’anziano sognatore delle Montagne.

venerdì 30 ottobre 2009

GRAZIE DISTURBO BIPOLARE!!!!

No, non sono impazzita del tutto...né ho una crisi psicotica.

Il mio grazie deriva da altre ragioni. Ovvero: spesso parlo con amiche mie, più o meno mie coetanee, dei problemi sentimentali che incontriamo. Soprattutto sentimentali, ma ovviamente anche esistenziali e lavorativi.

La risultante ogni tanto è sconfortante. Noi donne non abbiamo ancora raggiunto una solida autostima, quell'autostima che gli uomini sembrano possedere di default, un benefit cromosomico, e ci ritroviamo ancora a soffrire per gli uomini, a non considerarci "abbastanza" per tante cose, per avere successo, per avere un uomo che ci ami davvero, per prenderci tempo per noi stesse.

Ci ritroviamo a dannarci da mattina a sera dietro lavoro, marito, figli. I sogni stazionano blandamente nel cassetto. Siamo stanche, stanche e frustrate. Ci chiediamo sempre cosa NON vada bene in noi, e ci dimentichiamo, o soprassediamo, su tutte le TANTE cose che vanno.
Perdiamo tempo, anni di vita dietro uomini che ci danno solo le briciole del loro tempo....perché?

E ora. Ho usato il plurale maiestatis perché questi sono stati anche i MIEI problemi per anni.
Quanta sofferenza, quante lacrime, quante poesie tristi!

Ma ora me li sono lasciati, in gran parte alle spalle. E devo ringraziare il disturbo bipolare. Che, ad un certo punto, mi ha messo oggettivamente davanti ad una alternativa: vuoi stare bene o vuoi stare male? vuoi una vita normale o vuoi entrare e uscire dai reparti psichiatrici? vuoi la serenità o le vette di dolore (tante!!!) e di piacere (poche!)?

Io ho scelto le prime ipotesi. Stare bene. Occuparmi di me stessa. Risolvere i miei nodi esistenziali. Ma devo dire che le seconde sono state una tentazione. Ah, quanta poeticità e altezza di vita c'era in quelle vette! (almeno, così credevo!). Quanta irresponsabilità c'era nell'essere pazzi! non dover lavorare, non doversi occupare di se stessi, magari avere la pensione, urlare come e quanto ti va....a che prezzo, però?
Farmaci e comunità, la perdita della libertà, la sofferenza eterna?

Ho scelto lo stare bene. Avere una vita mia, lavorare, vivere da sola, curarmi. Ho capito che:
- andare ad analizzare me stessa, distruggermi e ricostruirmi sarebbe stato fondamentale, e ho appena festeggiato i 6 anni di psicoterapia (due anni e mezzo di psicoterapia rogersiana, quasi 4 di psicoanalisi lacaniana). e continuo, perché non ho ancora finito;
- altrettanto fondamentale sarebbe stato cambiare il target dei fidanzati: non più belli e impossibili (talvolta neppure belli ma tanto impossibili!), ma persone che mi amassero e che mi dimostrassero QUOTIDIANAMENTE, e non una volta all'anno, il loro amore con azioni concrete;
- evitare gli stress troppo forti o continuati, dicendo chiaramente NO! Io questa cosa non posso accettarla, non posso permettermela a fidanzato, genitori, amici, capo sul lavoro, etc.
- imparare a dosare le forze. Non riesco a fare tutte le pulizie di casa e il fidanzato non mi aiuta? Perfetto, troviamo i soldi per una signora delle pulizie. Io NON posso, non posso stramazzare di fatica per dare la cera e giù di lì. La mia salute viene prima, e sinceramente ho cose migliori da fare (leggere un libro, scrivere il blog, andare in palestra, farmi un bagno caldo) che occuparmi di togliere la polvere dalle librerie. Se sono stanca e non ho voglia e forza di cucinare, o ristorante o take away, la città è piena di pizzerie, kebab, cinesi, indiani.
- lasciare agli altri la loro vita. Ok, ti ascolto e ti dò consigli, se vuoi, ma ho chiaro che è la TUA via. Scegli tu. I tuoi problemi NON possono diventare i miei, io ne ho abbastanza dei miei, e in ogni caso SEI SOLO TU che puoi agire sulla tua vita, io non posso farci proprio niente se non darti il mio affetto.

Se penso che ci sono persone, evidentemente non poche, che queste cose le imparano a 15 anni, o prima, mi deprimo. Io le ho imparate dopo i 35. Ma se penso che finalmente le ho imparate, ne sono felicissima.

Perché la mia volontà, il mio desiderio è sempre stato ESSERE FELICE IN QUESTA VITA. Non nell'aldilà, non nella prossima vita, in questa, proprio in questa.

E se deve essere stata una malattia a pormi di fronte ad un bivio e a farmi scegliere la strada giusta, beh, grazie, malattia.

giovedì 22 ottobre 2009

Ora solare

Yuppi, domenica tornerà l'ora solare!

Il fatto mi riempie di gioia! Finalmente torniamo alla normalità, e svegliarsi alla mattina non sarà più terrificante.

Devo essere sincera: quest'anno ho sofferto meno del solito. Ci sono stati anni in cui soffrivo per l'ora legale non pochi giorni, come tutti, ma tutti e 7 i mesi di permanenza di quell'ora assolutamente innaturale!

Con il tempo, le mie crisi up and down avevano cambiato stagionalità. Se nei miei vent'anni ero up in primavera ed estate, e down in autunno, downissimo in inverno, negli ultimi anni le cose si erano ribaltate.

Forte down in primavera ("gli alberi fioriscono e io vado in depressione! non è giusto!" era la mia frase preferita...), un po' di ripresa in estate, up in autunno e inverno.

Ora, meraviglia delle meraviglie, da tre anni circa le stagioni passano, cambiano...e io sto bene.

E' una novità assoluta nella mia esistenza, di cui sono felice.

C'è un tipo di depressione che è chiamata "depressione stagionale" e ha una ciclicità stagionale. E pare che parte della dottrina psichiatrica sia propensa a ricomprendere anche le depressioni stagionali nell'ambito del disturbo bipolare.

Da articoli che si leggono in internet, e da conversazioni con gli psichiatri, sembra che il disturbo bipolare stia diventando una sorta di contenitore espansibile in cui inserire sindromi e patologie non meglio identificate, quindi non facilmente curabili.

Aspettiamo eventuali sviluppi? Tipo il DSM V?

Comunque, sto vivendo bene anche quest'autunno....quindi si può fare!

martedì 20 ottobre 2009

"Come in una gabbia" di Torey L. Hayden

Ho appena finito di leggere "Come in una gabbia" di Torey L. Haiden, edizioni Tea.

I libri di Torey Haiden mi piacciono molto, ne ho già letti cinque. Lei è una psicologa che lavora con bambini problematici, autistici, traumatizzati.

In questo libro incontra Kevin, un adolescente di 15 anni che si è rinchiuso in se stesso da anni senza parlare (si chiama mutismo elettivo), fino ad essere ritenuto un ritardato. Kevin ha anche una collezione di fobie incredibili, che rendono la sua vita un vero inferno, un inferno in cui è solo. E' rinchiuso in un istituto da tempo, i suoi genitori hanno rinunciato alla tutela su di lui, affidandolo allo stato.

Kevin sceglie di parlare con Torey perché sente che lei "non lo odia": poco a poco, con sforzi terribili, riuscirà ad emergere dall'abisso. Lentamente, emergeranno particolari inquietanti ed indescrivibili della sua infanzia, realtà che vanno oltre la più truculenta delle fantasie.

E' un libro....preferisco non definirlo. E' una storia di rinascita, di un ritorno alla vita.

Non sempre si vince....ma talvolta accade.

lunedì 12 ottobre 2009

D.B. : voluto? cercato? o, ancor peggio, meritato??

Dire che oggi sono avvilita è dire poco.
Conversazione di ieri con mia madre. Si parlava di hashish, e di come su di me abbia avuto un effetto probabilmente slatentizzante della patologia, unito ad una altra serie di concause che vi spiegherò.

Beata e lieve frase di mia madre: eh già, te la sei cercata!

Sono rimasta di sale. Davvero di sale. Ho subito replicato che:
a) il mio uso era decisamente saltuario e decisamente "ricreativo"
b) milioni di persone usano droghe senza incappare poi in disturbi del tono dell'umore così pesanti
c) la mia vita non era decisamente una favola: molestie sessuali da bambina, un padre assente e forti contrasti con i genitori nell'adolescenza, una lunga fila di amori sbagliati, etc etc
d) la famiglia di mio padre, e mio padre stesso, qualche turba del comportamento ce l'hanno di sicuro, anche se non è stato diagnosticato nulla (si sono tenuti e si tengono ben lontani dagli psichiatri, figuriamoci!)
e) by the way, mi prendo le mie responsabilità, ma la nozione di causa effetto in questo caso non è così lampante: non è assolutamente detto che se non avessi mai fumato qualche canna, la malattia non mi sarebbe venuta. magari si sarebbe slatentizzata in seguito a stress, a un lutto, al parto, etc.
f) anyway, una punizione a vita per qualche canna mi sembra decisamente pesante. tralasciamo il fatto che sarei l'unica, forse, a pagare una pena così, soprattutto in un paese in cui la certezza della non pena sta diventando la regola.

Ovviamente poi mia madre ha ritrattato, era molto dispiaciuta.

Ma come si può essere così superficiali? Cosa era, da parte sua, un voler deresponsabilizzare completamente lei e mio padre e addossare la colpa, la colpa totale di tutto a me?

E già, continuiamo così, facciamoci del male!

Io ho capito che per un genitore vedere un proprio figlio ricoverato in psichiatria non deve essere facile, anche se forse si sono pure sentiti sollevati....non ero folle per carattere e basta, ero malata! Wow! c'è la pillolina magica che risolve il guaio di una figlia così particolare, così emotiva, così espansiva....sì, porelli, tutta la mia compassione e la mia solidarietà.

Ma quello che loro dimenticano è che IO, e SOLO IO, ne sto pagando le conseguenze da anni.
Io che giro tra psichiatri e psicoanalisti
IO che devo prendere farmaci pensatissimi tutte le sere
Io che sono ingrassata
IO che ho rinunciato alla mia emotività, alla mia sensibilità esasperata, alla mia super energia....
Io che ho dovuto ricostruire me stessa e distruggere e ricostruire....
Io che per fare un figlio non posso scopare liberamente ma devo pensarci, programmare, girare per ospedali etc....
Io che non potrò allattare e dovrò avere una nanny perché non potrò fare le notti
Io che devo preoccuparmi di non bere non fumare non stare sveglia non avere stress pesanti....

Capite???? Sono io, non voi!

E se questa è la "punizione" per qualche canna, presentatemi il giudice, se lo conoscete, perché gli sputerò in faccia tutto il mio odio ed il mio disprezzo.

venerdì 9 ottobre 2009

Honest cramp: 10 cose che non sapete di me

Raccolgo l'invito di Sofia....e faccio anche io honest cramp.
Essendo un po' più vecchia di lei, cose che non sapete ce ne sarebbero molte di più. E anche la scelta è ardua. Purtroppo ho una memoria tendenzialmente selettiva per il brutto, il doloroso. Mi ricordo soprattutto i traumi e gli avvenimenti spiacevoli... quelli belli tendono, tendevano a scivolare via, persi in un fluire di giorni che "non fanno altro che scorrere".. E anche questo è patologico! Ma proverò a scrivere anche cose belle e carine, su, dai, mi sforzerò.

Facciamo 5 e 5?

1 - ho 39 anni, due lauree, un diploma parauniversitario e innumeri altri diplomi in tecniche energetiche. Nonostante questo, talvolta ho la sensazione di non aver combinato nulla di valido nella vita, e che tutto ciò non sia ancora abbastanza. Sensazione di fallimento, di vuoto. Mancanza di un figlio, di un lavoro ben remunerato, di qualcosa che dia concretezza e solidità al tutto. Talvolta resta latente, talaltra la sento più forte. In più, una sete di conoscenza che non mi dà pace. Sto già pensando al prossimo corso, alla prossima scuola. Avrà mai una fine, tutto ciò?

2 - Scrivo, scrivevo poesie e favole. Per ora mai pensato di pubblicarle, ma chi può dirlo. (questa dovrebbe essere bella! ;-))

3 - da bambina sono stata molestata sessualmente, vieppiù volte. Purtroppo il tempo non rende belle le cose oggettivamente brutte. Mi è rimasto un odio fortissimo verso chi fa ciò ai bambini. Dei vigliacchi, totali. E non voglio dire di peggio. Talvolta ho paura di avere un figlio, che possa capitargli qualcosa del genere. Potrei uccidere con le mie mani, se dessi retta a quello che sento dentro e non alla cultura giuridica, legalista, spiritualista e pacifista che ho sviluppato in seguito.

4 - credo nelle fate, negli elfi, negli angeli, negli spiriti guida. Se potessi, andrei a vivere a Hogwarts! e sì, mi piace tutta la saga di Harry Potter e ho il forte sospetto che ci sia pure qualcosa di vero! ;-) - credo che siamo circondati di entità benefiche.
A questo proposito, voglio raccontarvi cosa mi è successo nel 2005. Ennesima crisi maniacale. Appena dimessa dall'ospedale, ovviamente non ancora compensata. Ero in macchina, in città, e piangevo a dirotto. Ad un certo punto, esasperata e dolorante al cuore, ho tirato un pugno al volante, urlando: "Dio! Non ce la faccio più! Dammi un segno!" Subito dopo, la macchina che era davanti a me ha svoltato a destra. Si è quindi liberato il pullman che era davanti a noi, con la sua bella pubblicità sul retro. E questa pubblicità diceva: "Malattia mentale? Guarire si può!". Ovviamente ho iniziato a ridere e a ringraziare....chiedete e vi sarà dato, diceva "qualcuno"!.

5 - mi vergogno di tante cose fatte durante le mie crisi maniacali: le parole dette, le rivelazioni, la disponibilità alla conoscenza, l'assenza di freni inibitori. Quando ci ripenso, sale davvero la vergogna.

6 - ho avuto grandi amori nella vita: mia madre, i miei nonni materni, i miei animali, taluni fidanzati, taluni amici (e amiche, ovviamente). Troppo lungo elencarli tutti, mi servirebbe una pagina intera. Di questo ringrazio. Anche se, fino a qualche tempo fa, spesso amore faceva rima con dolore invece che con cuore.

7 - sono vegetariana ed amante degli animali, di tutti. Riesco a fare patti di non belligeranza anche con ragni e scarafaggi, a cui spiego con calma e belle parole che se loro saranno così gentili da uscire da casa mia, io sarò felice...e loro se ne vanno! ;-) sono anche tendenzialmente golosa ma perennemente a dieta: ho un contacalorie inserito nel cervello, e cerco di non sgarrare....e se sgarro poi digiuno. vita dura! vorrei tanto essere una di quelle persone che mangiano di tutto senza ingrassare un etto...la mia vita sarebbe piena di panna montata, focaccia, nutella, panzerotti...invece che di insalate, zuppe di verdura e tofu...ma forse meglio così, no? anche perché pare che l'uso e l'abuso di zucchero siano implicati nei disturbi del tono dell'umore, quindi, più ce ne teniamo alla larga, meglio è! ;-)

8 - libri che preferisco: saggi di spiritualità, di psicologia, di religiosità, fantasy (di streghe, maghi, di persone particolari: consiglio la saga di Belgarath di David Eddings, quella di Phèdre di Jacqueline Carey, ovviamente Harry Potter, tutta Avalon di Marion Zimmer Bradley, quella del clan della Lupa di Maite Carranza). Ho un'invereconda passione per Wodehouse, ciclo di Blandings e ciclo di Jeeves anzitutto. Questi sono i libri a cui torno quando devo riposare la testa, quando il cervello si rifiuta di assumere nuove nozioni. Spesso, se leggo qualcuno di questi, significa che mala tempora currunt. E speriamo tutti che "non peiora parantur".

9 - durante uno dei miei ricoveri in psichiatria ho subito molestie sessuali. Ovviamente quando lo dici non vieni creduto, perché sei un povero pazzo vaneggiante. Checché se ne possa dire e pensare, quando sei maniacale perdi molti diritti, prima di tutto la dignità e poi il diritto ad essere creduto. Ma io non sono mai stata benedetta dall'oblio, e ricordo tutto benissimo. Tutto sommato, mi ritengo un miracolo se nonostante ciò riesco ad avere una relazione sentimentale e sessuale felice, come ho da quasi 4 anni con Stefano.

10 - credo in Dio- Dea padre e madre, e mi piacciono tutte le religioni, che ho studiato a fondo. A casa mia si sono tenuti: preghiere cattoliche, mantra buddisti, meditazioni, Wesak, cerimonie sciamaniche, riti wiccan, shabbat ebraici, preghiere musulmane. Forse qualcosa mi manca, giusto i sikh e gli indù. ;-) Ma l'universalismo è la mia strada. Sto bene così e non sento la necessità di dover scegliere una sola via. Sono anzi sbalordita dalle guerre e dal razzismo che ancora si perpetrano "in nome di Dio" (o di Allah, o di chi volete voi). Sono sbalordita dalla miope ignoranza, che non permette di vedere come Dio-Dea sia amore, e di come tutte le strade portino a lui. Su questo potrei parlare a lungo, e magari lo farò.

Alla fine sono 6 e 4...bene....vuol dire che tutta la psicoterapia ha funzionato! ;)

Sofia, contenta? Spero di averti risposto....un abbraccio, Arianna

mercoledì 7 ottobre 2009

Periodi intensi e aggiustamenti di cura

Le ultime tre settimane di settembre sono state un periodo intenso per tanti motivi.
Tanti stress; tante brutte notizie; tanti cambiamenti di vita, decisioni da prendere, sconquassi.

E in tutto questo si è inserita anche la cura.

Visto che, ammetto, ho paura di stare di nuovo male e non ci tengo a ripetere le esperienze dei ricoveri, avevo proposto alla psichiatra di alzare un po' il Lamictal (da 50 mg a 75 mg).
Detto, fatto.
Peccato che dopo 3 giorni a 75 mg una sera, complice la stanchezza, forse, cantilenassi in un modo assurdo. Mi mangiavo le parole, mi mancava la lucidità di pensiero, e via discorrendo.

Telefonata immediata alla psichiatra, anche allertata dal mio fidanzato che ha rilevato subito questa anomalia in me (per chi soffre di D.B. un monitoraggio del genere è fondamentale).

Strategia: ritornare a 50 mg con il Lamictal e alzare Zyprexa, per qualche giorno, a 5 mg.

Ebbene, ho dormito moltissimo, certe mattine ero un po' più rallentata per un paio di ore, ma ora sto bene. Mi sento di nuovo lucida e centrata, equilibrata.

Posso dire: scampato pericolo!

Ho anche chiesto a due delle mie più care amiche, anche mie colleghe di lavoro, di tenermi sotto controllo: di dirmi se mi vedono rallentata, depressa, o viceversa agitata ed incoerente. Spesso non riusciamo ad essere oggettivi con noi stessi, e l'attenzione di persone che ci conoscono bene è fondamentale per rilevare i primi sintomi. Quanto meno per farli presente.
Loro si sono dichiarate disponibilissime, quasi felici di potermi essere utile.

Il Miklowitz (vedi libri) consigliava questa strategia. Senza andare a compilare contratti, credo che avere intorno a sé persone di cui fidarsi, che ci conoscono bene e non fuggano in caso di crisi, sia davvero fondamentale.

mercoledì 23 settembre 2009

Ancora sulla qualità della vita: è accettabile stare male per anni?

Scusate se continuo con l'argomento, ma mi tocca in modo particolare, profondo.

Allora, piccola premessa: io mi ritengo moooolto fortunata. Lo dico senza ironia. Nella sfortuna di dover affrontare e vivere con una malattia mentale, ho la fortuna di:
- aver trovato i medici "giusti"
- aver trovato la cura giusta
- essere stabile da 4 anni e mezzo
- poter ridere, poter piangere, poter vivere pienamente
- avere una qualità della vita decisamente buona: una relazione sentimentale felice, un lavoro che mi piace (conquistato a duro prezzo), tanti interessi da coltivare....

Dunque, questa è sia fortuna, sia frutto del lavoro su me stessa, del fatto che adotto strategie protettive nella mia vita, nel fatto che prendo ogni sera i farmaci, etc.

Ma quello che voglio dire è che, malati di depressione o di disturbo bipolare, NON DOVETE ACCETTARE DI STAR MALE PER ANNI!!!

Cambiate cure, cambiate medici, muovetevi, attivatevi!

Una diagnosi di malattia mentale non è una condanna all'eterna sofferenza!
Oggi SI PUO' STARE BENE!

Se un farmaco non funziona (e secondo me 3-4 mesi sono già sufficienti, come periodo di prova), parlate con il vostro psichiatra e cambiatelo. Se il vostro medico non vi capisce o non lo ritenete "giusto" per voi, cambiatelo! Se il vostro psicologo non vi fa progredire, cambiatelo! Se la vostra vita vi causa troppi problemi, cambiatela!

L'importante è che NON VI RASSEGNIATE ALLA SOFFERENZA, allo stare male, al "tanto ormai sarà sempre così".....

Ascoltate, non è così........

venerdì 18 settembre 2009

Qualità della vita

Alla fine di ogni pensiero, di ogni dubbio se curarsi o no, di ogni conclusione e di ogni teoria, quello che conta è la qualità della vita che si riesce ad ottenere. Con i farmaci o senza.

Molte persone malate di D.B. si rifiutano di prendere farmaci con il timore che essi influiscano sulla creatività, sulla gioia di vivere, sul carattere etc.

E' un argomento serio e sarebbe da dipanare per ore. Diciamocelo: quante sono le persone per cui la creatività è, che so, uno strumento di lavoro? Pochissime. Quante altre si sentono "solo" bene nell'iperenergia e godono nel sentirsi supereroi, senza rendersi conto di essere psicotici? Credo tantissime, infinite.
Per una persona che soffre di D.B. ed è famosa (facciamo due nomi? Britney Spears e Sinead O'Connor, probabilmente), ce ne sono centinaia di migliaia che soffrono e basta.

Chi siamo? Quali parti di noi sono "nostre" e quali parti sono dovute alla malattia? Ce lo siamo mai chiesti? Credo sia una domanda fondamentale, nel bene e nel male.

Ma anche curarsi può avere effetti collaterali spiacevoli. Non è facile trovare la cura, la molecola giusta per sé, e, cammin facendo, si possono sperimentare, tra gli altri:
- un aumento di peso abnorme
- stanchezza, letargia, incapacità di funzionare normalmente sul lavoro
- calo di tono dell'umore
- perdita di piacere nelle attività quotidiane
etc. etc. etc.

Potremmo tutti fare un lungo inventario. Alla fine, credo che quello che debba guidare tutti noi sia la NOSTRA QUALITA' DI VITA.

- NON E' ACCETTABILE PRENDERE 20 KG
- NON E' ACCETTABILE PERDERE PIACERE IN OGNI ATTIVITA'
- NON E' ACCETTABILE RIUSCIRE A LAVORARE SOLO DUE ORE AL GIORNO
- NON E' ACCETTABILE PIANGERE SEMPRE E NON AVERE SPERANZA

Non accettiamolo! Stare bene si può!!!! Se un farmaco non funziona, dopo qualche mese parlate con il vostro psichiatra e provatene un altro. Continuate a provare.

Quello che, parallelamente, è consigliabile fare, è lavorare su noi stessi con l'aiuto di un bravo psicoterapeuta per vedere, capire e ricostruire se stessi. Non lasciandoci più irretire dalla seduzione del male, dell'eroico, dell'estremo. Rendendoci conto che se siamo senza speranza è un sintomo della depressione e non la realtà. Capendo cosa è nostro e cosa è un sintomo. Accettando di mettere in atto strategie protettive e quindi di cambiare vita: non più supereroi ma persone che devono dormire, non essere stressati, non bere eccessivamente, stare attenti ai fusi orari o alle nottate in piedi, stare attenti ai farmaci.

Stampiamocelo in testa: NEVER GIVE UP!

NON ACCETTIAMO una vita a metà!

lunedì 14 settembre 2009

Rientrata.....col B.P. in testa....

Sono appena rientrata dalle ferie...due belle settimane passate nel Sud della Francia, sole, mare, riposo, passeggiate a cavallo....col D.B. in testa.

E' molto "simpatico" l'atteggiamento di chi non ne soffre. Ma stai bene, cosa ti preoccupi, perché devi avere timori o pensare che potresti stare di nuovo male? 'Tanto prendi i farmaci, ci pensano loro!?

Seeeee...magari fosse così facile! Magari i farmaci fossero la panacea, la cura, la vera protezione!

In realtà non funziona così. I farmaci possono aiutare a tenere sotto controllo i sintomi e a distanziare nel tempo e rendere meno forti in intensità le crisi up e down, ma non sono né una cura definitiva né una garanzia che, prendendoli, non si starà MAI più male.

E se non le hai vissute, non sai, non riesci a capire quanto possano essere devastanti sia le crisi in sé, sia gli effetti collaterali sulla vita di chi ne soffre: disastri economici, storie sessuali assurde, storie sentimentali rovinate, lavoro che va in mona.....

Quindi, sì, ho la preoccupazione e il pensiero costante su cosa è meglio fare per stare bene.

Ad esempio, credo che rivedrò la cura con la psichiatra. Attualmente prendo dosi di farmaci talmente basse che non dovrebbero neppure essere terapeutiche, ma evidentemente il lavoro di ristrutturazione fatto in psiconanalisi ha la sua grande parte nel compenso.
Ma dal momento che la tematica gravidanza è stata rinviata di almeno un anno, credo che chiederò di alzare le dosi di farmaci, per sentirmi più tranquilla.

Magari ciò contribuirà a far finire i miei incubi su crisi bipolari! ;-)

venerdì 28 agosto 2009

Anche le erbe sono un aiuto

Trovo parecchio conforto nell'unire ai farmaci allopatici le erbe, la medicina naturale.
Essendo naturopata, mi prescrivo delle erbe in aiuto a seconda di come mi sento...prima di chiamare la psichiatra, ovviamente.

Ho notato, negli ultimi 4 anni, che questa strategia ha funzionato molto bene (Grazie, Signore, grazie!).

Tante erbe possono essere utili e usabili in abbinamento ai farmaci:

- la rhodiola mette in grado di resistere meglio allo stress e alza un po' la serotonina;
- la passiflora calma, così come la tilia tomentosa
- l'escolzia agisce sul centro del sonno, facendolo venire
- l'eleuterococco dà energia psico fisica, ed è meno traumatico del ginseng

Anche i fiori di Bach o i fiori australiani possono essere molto utili, lavorano sul piano emotivo e quindi possono essere un aiuto notevole per le nostre emozioni ballerine!

Se vi interessa anche questa strategia, trovate un bravo naturopata che conosca però i farmaci che prendete e le eventuali interazioni di queste erbe con i farmaci.

Ad esempio, il famoso iperico, contro la depressione, non può essere assunto contemporaneamente agli antidepressivi....

Solito equilibrismo...ma non lo è la vita intera, un gioco di equilibrismo?

giovedì 27 agosto 2009

Film mentali....DB o no?

Ho appena letto il blog Urlo di Sofia, a cui mi sono unita.

"Sofia", anche lei sofferente di D.B., oggi ha scritto di sue immagini mentali tristi, dolorose, cruente, di sofferenza e morte.

Fanno paio con le mie. A me capita di "perdermi" (come dice il mio fidanzato) in film mentali...basta una frase, e iniziano le fantasie di morte, di dolore, di sofferenza.

Poi mi "risveglio", ritorno nel presente, e mi dico che non è così. Non sono io, è un riflesso dei miei traumi e delle mie paure, talvolta, o un sintomo del D.B. in altri casi, sintomo di cui tengo accuratamente conto per cambiare la mia vita.

Parliamoci chiaro: non è facile gestire il D.B. Non è facile capire quanto è malattia, e quanto siamo noi. Quanto è un sintomo di una crisi maniacale, depressiva, o mista, e quanto è un sintomo di paure e di traumi. Quando chiamare la psichiatra e quando parlarne con lo psicoanalista (consiglio: sempre!).

Non è facile gestire tutto questo, è un atto di magia. Un equilibrismo.

I farmaci, da soli, non bastano. Serve un profondo lavoro su se stessi, di conoscenza e di ristrutturazione.

In anni e anni di psicoterapia e psiconalisi, mi sono resa conto che tutto il mio mondo interiore era "bipolare". Al di là della cultura, dei libri letti e masticati, del "non esiste solo il bianco e nero", la mia vita emotiva era saldamente ancorata al bianco e nero, tutto o niente, estremi altissimi e dolorosi.
Non nego, non nego che tutto questo ad una certà età fosse affascinante! Mi sentivo così viva, così byroniana, così profonda! Ma a che prezzo!

Oggi distinguo....distinguo quello che è realmente mio da quello che è mio ma cambiabile da quello che è un sintomo.

Sofia, stai tranquilla, stare bene si può, cambiare anche!
Vedrai che tante luci si accenderanno nella tua vita!

mercoledì 26 agosto 2009

Psichiatra....medico dei matti?

Ma sì, ammettiamolo, nell'immaginario comune è ancora così: lo psichiatra è il medico dei matti, e si ricorre a lui solo se seriamente disturbati.

Peggio: recentemente un mio familiare stretto ha affermato che lui non andrà mai da uno psichiatra perché non è né scemo né pazzo né cretino.

Ora, io ho risposto candidamente che vado dalla psichiatra una volta al mese da anni, ho due lauree, e non mi sento per nulla scema. E che lui ne avrebbe un gran bisogno.

Ma certo, io non sono pazza o scema, ho solo un piccolo disturbo che con due pastigliette viene tenuto sotto controllo.

Vi chiarisco: il familiare stretto è mio padre. Padre che, durante i miei ricoveri, è scomparso perché "non sopportava" di vedermi così. E che non ha ancora capito e accettato che io non ho un "piccolo disturbo", ma che, secondo il DMS IV, è una psicosi, le più gravi malattie mentali. Padre che, mi aiuta ogni tanto economicamente perché sommerso dai sensi di colpa. E che per due anni ha pagato di tasca propria Zyprexa e Lamictal (e chi li usa sa quanto costino) per non far fare le ricette e non far sapere al medico di cosa soffrivo (da quanto ho preso in mano il tutto io, mi sono fatta fare l'esenzione, cosa a cui chi soffre di D.B. ha diritto, in Italia, e non spendo nulla per i farmaci).

Ok, chi soffre di D.B. non è psicotico in senso stretto, cronico, ma ha crisi psicotiche.
Ma perché non accettare la realtà?

Se oggi sono stabile lo devo ai farmaci e a tutto il lavoro fatto con la psicoterapia prima e la psicoanalisi dopo, lavoro che mi ha cambiato profondamente.

Ma lui non accetta questo fatto. Meglio non pensarci, e pregare "di morire prima che tu stia male di nuovo, non lo sopporterei".

E non accetta neppure di fare una visita, una semplice visita che forse renderebbe la sua vita, e quella di mia madre, più tranquilla. Perchè, lo ripeto, lo psichiatra è il medico dei pazzi e degli scemi.

Siamo ancora a questi punti....notevole, no? Stigma, condanne, classificazioni.
Vergogna!

Vergogniamoci tutti, continuiamo a ghettizzare come nel medioevo chi soffre di patologie mentali, ad allontanarli, a evitarli. Io non dico che sia facile frequentare qualcuno che soffre di patologie mentali, è difficile, richiede alte dosi di cultura e di tolleranza, di affetto e di umanità. Servirebbe che tutti ne sapessimo di più, ma in Italia non ci sono libri che insegnino a familiari ed amici come comportarsi (in America sì, se leggete l'inglese cercate su amazon).

Si nasconde il familiare, lo si segrega, e ci si vergogna profondamente, come fosse un onta.

Siamo ancora a credere che la patologia mentale sia la prima e peggiore punizione per qualcuno che ha peccato contro Dio? (non me lo sto inventando, è scritto nella Bibbia).

giovedì 20 agosto 2009

Incubi

Che io soffra di incubi è una realtà nota. Credo di aver avuto i miei primi, a quanto narra mia madre, a poco più di un anno di età, quando iniziai ad urlare nella notte perché "le formichine mi mangiano i piedini" (una frase geniale dettami nel corso della giornata dalla zia, per convincermi a tenere le calze, mentre ero sul passeggino).

Ho continuato per tutta la vita a soffrire di incubi. E' uno sfogo del mio inconscio, ma anche un gran modo di comunicare (per quanto stressante e poco riposante, dato che la mattina non mi sento per nulla riposata) che mi permette di capire cosa ho dentro, nascosto o meno, consapevole o inconsapevole.

In questi giorni, complice anche l'assunzione di taluni fiori australiani, che evidentemente sono andati a toccare dei traumi (come era nel loro scopo!) ho avuto parecchi incubi, purtroppo!

Uno di questi incubi era di essere di nuovo in piena crisi maniacale: ricordo il cervello impazzito, che correva come un treno, l'accavallarsi di pensieri l'uno su l'altro, la logorrea, le intuizioni deliranti, l'aggressività...e, ad un certo punto, una scintilla di lucidità: sono di nuovo in mania. Devo chiamare la psichiatra!

Tutto questo nel sogno....

Ora, prime e banali interpretazioni:
a) la mania è uno dei miei terrori....per quanto fosse affascinante e seduttivo sentirsi così up, così connessi con l'universo, così speciali, la valutazione costi-benefici pende talmente tanto nel negativo (migliaia di euro sprecati, difficoltà sociali, familiari, lavorative, stress accentuatissimo per il cervello, ricovero, alto dosaggio di farmaci, mesi di scompenso, vergogna posteriore per come mi ero comportata) che senz'altro ora ne ho paura
b) le strategie protettive ormai si sono installate bene nella mia testa! ;-)
mania? chiamare la psichiatra!
c) la psichiatra, che ho visto comunque ieri per la visita mensile, ha suggerito che forse il mio cervello mi stava comunicando che nel tentativo di "guarire" stavo accelerando troppo i tempi.

Interpretazione plausibile. Ogni tanto mi sento talmente tanto preda della voglia di guarire...sono talmente tanti anni che sono in terapia psicologica e in qualsiasi altro tipo di terapia mi risuoni....

Ogni tanto sono così stufa di tutte queste terapie, di non essere ancora in pace, non sentirmi ancora a posto, rendermi conto di avere ancora così tante cose da sistemare, così tanta strada da fare! In quei momenti, se mi dicessero " se cammini per un anno intero 40 km al giorno guarirai completamente", credo che lo farei! ;-)

Ma forse devo anche ridimensionare le aspettative: forse non sarò mai "perfetta psicologicamente", priva di traumi, paure, elementi che risuonano male con il reale....anche se il desiderio c'è, tanto più che lavorando come terapeuta energetica sento come un "dovere morale" l'essere più "pura e pulita" (psicologicamente parlando) possibile.

Ma è reale tutto questo? E' possibile?

Persone pulite psicologicamente...se ci siete, battete un colpo!

mercoledì 19 agosto 2009

"Il giorno in cui mia figlia impazzì"

Ultimo libro trovato "per caso" in una piccola libreria al mare (molto "per caso", dato che nulla succede a caso, e ho il vago sospetto che il libraio compri quei libri perché sa che prima o poi passerò e li comprerò! ;-)) - ps per eventuali lettori psichiatri: non ho una crisi psicotica in fieri, sto semplicemente scherzando e il libraio mi conosce da 20 anni.

Scritto da Michael Greenberg, ed. Rizzoli.
E' la narrazione della prima crisi maniacale della figlia quindicenne scritta, quasi dieci anni dopo, dal padre, scrittore e giornalista.

E' un libro molto godibile...ma per noi che soffriamo di D.B., con un grande limite rispetto ai libri di memorie (Jamison, Duke, Airachi etc etc etc): che non ha vissuto in prima persona la mania, e quindi si lascia andare ad interpretazioni che per lui sono illuminanti (e gli hanno permesso di resistere come un "baluardo contro la malattia mentale" - ovviamente parole sue) ma che fanno dire a chi ci è passato: ma non è vero! non è così!

Comunque, l'apprezzabile sforzo di un padre di descrivere la mania della figlia. Un padre che, ad un certo punto, ha addirittura preso una dose giornaliera di farmaci (strong: Serenase, Depakin) per capire come stava la figlia e si è ritrovato ovviamente "sballato" tutto il giorno.

Un padre che però c'è stato, è stato presente, sia in ospedale che a casa, un padre che ha sostenuto la figlia e non se n'è andato. Non è cosa da poco, come ben sappiamo, il D.B. è doloroso per chi lo vive ma è anche spiazzante per i familiari, che spesso non sanno come comportarsi, come reagire, non hanno i giusti strumenti culturali e personali.

Io preferisco le memorie di chi ha vissuto. Preferisco le narrazioni in prima persona, i tentativi di descrivere l'indescrivibile di chi ci è passato, e sa di cosa parla.

Ma ovviamente, è un libro che consiglio.

Mi spiace per Sally, perché dal libro non sembra che abbia ancora trovato la cura e la dimensione di vita "giusta" per lei. Le auguro tutto il bene del mondo.

lunedì 3 agosto 2009

Solito ciclo....

Che ora conosco ma che non sono ancora riuscita a risolvere: rabbia - repressione - depressione.

Ora che so dare un nome a quello che sento dentro di me, ho visto e toccato che posso essere pozzo di una rabbia atavica, profonda, immensa.

Ed ora è stata scatenata da una grave scorrettezza da parte di taluni "familiari" (parenti serpenti, davvero) nei confronti di mia madre. Scorrettezza e ingratitudine, dato che mia madre è sempre stata oltremodo disponibile e pronta a dispensare favori e assistenza verso quei loschi, putribondi individui. Che schifo!

Quindi ingiustizia, qualcosa che mi fa schiumare. Nonostante il mondo ne sia pieno, tutte le ingiustizie mi suscitano sentimenti profondi.,

Che rabbia! Li avrei strozzati tutti! Forse sono un altro sofferente di D.B. può capire di che genere sia la rabbia che sentivo dentro...talmente tanta che impressionava persino me.

Certo, avendo studiato filosofia e diritto, ed avendo quindi una forte etica e una forte morale, nonché una vasta conoscenza delle norme penali, mi sono trattenuta.

Ma non riesco ancora a tramutare la rabbia in qualcos'altro...creatività, magari.
No, la reprimo solo, fortissimamente, e quindi il giorno dopo sono depressa.

E' già tanto riconoscerla e sentirsi in diritto di provarla. Mi era anche successo che , poco dopo la diagnosi, mi fosse inibita qualsiasi espressione emotiva intensa...tutti segni di patologia, per cui chiamare subito la psichiatra. Non è successo anche a voi? Ad alcune mie amiche sì.

Atroce, no?

Siamo umani, con in potenza tutte le manifestazioni psichiche ed emotive dentro di noi.

Ma voglio, voglio fortissimamente risolvere il ciclo perverso....

mercoledì 29 luglio 2009

Vacanze in depressione: che luogo scegliere?

Sempre in tema di vacanze, qualche consiglio, sulla base della mia esperienza, sulla DESTINAZIONE da scegliere se siamo nel pieno di una CRISI DEPRESSIVA

Premessa: quando si è in una fase di depressione, non ci importa nulla di nulla, tantomeno delle vacanze. Il solo pensiero, può causarci stress e fatica mentale...una fatica improba, a cui sentiamo di non essere adeguati. Per non parlare poi dell'organizzazione: è davvero troppo.

Ma spesso mariti, mogli o genitori insistono per portarci in vacanza...sperando anche che lo svago, il cambiamento di ambiente, servano a "tirarci un po' su", o quanto meno che il cambiamento di aria ci giovi. Non per deprimervi ulteriormente, ma spesso è una pia illusione.

Comunque: dove andare? Credo che il luogo giusto per chi è in una fase di depressione sia la CAMPAGNA, un luogo calmo, tranquillo, fresco, senza troppi elementi che possano aumentare la depressione o dare ansia.

Chi è depresso è in una fase di rallentamento psico fisico totale, e mal sopporta le sollecitazioni troppo intense, che possono risuonargli molto in distonia con il proprio stato d'animo.

La campagna rilassa....ha un'energia morbida, di quiete. Il panorama si apre dolcemente, le colline verdi riposano lo sguardo ed il frinire delle cicale può conciliare. Il genere anche acusticamente è tranquilla, il che aiuta parecchio. La campagna permette di seguire il proprio tempo interno, con tempi e modi dolci.

Il mare e la montagna a mio avviso sono proprio controindicati. Entrambi sono luoghi da emozioni forti, direi sovrastanti, emozioni che chi è depresso sente lontanissime da sé e che possono causargli insofferenza, inadeguatezza, ansia, panico.

Pensiamo alle spiagge: una marea di persone che urlano, giocano, si divertono. E il depresso pensa: ma cosa avranno da divertirsi? Io non ci riesco, non vedo proprio nulla per cui divertirsi. Si sente lontano, lontanissimo. Insofferenza, ansia. Il mare anche solo leggermente mosso mi scatenava stati di ansia.

La montagna...avete presente le vette che si innalzano maestose? Ecco, credo che chi è in depressione le senta sovrastanti, opprimenti, senta un peso sul cuore, e senta la propria piccolezza (chi è depresso la sente ancora più intensamente), e questo pensiero non lo conforti.

Quindi....campagna, forever campagna. Noi italiani siamo fortunati, abbiamo delle campagne splendide, dove è possibile trovare agriturismi non troppo affollati, a conduzione familiare, magari anche con una piscina per rinfrescarci dalla calura di ferragosto...

martedì 28 luglio 2009

Vacanze: strategie protettive

Tempo di vacanze...quasi...per me ancora tempo di prenotazioni.

Dunque, decidere dove andare e usare l'abituale accortezza di regolarità di vita sono strategie importanti per chi soffre di D.B.

Partendo, supponiamo, in una situazione di normalità, dobbiamo stare attenti a:

- il jet lag: in genere tende a scombinare il ritmo sonno-veglia, il che può essere causa di crisi ipomaniacali o depressive. Qualora prenotiamo in un paese lontano, con molte ore di diversità di fuso orario, la strategia è: appena arrivati, a letto. Magari con un sonnifero. Dobbiamo dormire, per noi è vitale, è impensabile stare svegli per 36-40 ore di fila

- la regolarità di vita. Fare le 5 del mattino tutte le notti ed essere già in spiaggia alle 9 è davvero una pessima idea. E' fondamentale cercare di mantenere le solite 7-8-9 ore di sonno, il più possibile alla stessa ora. Certo, se siamo abituati ad andare a letto alle 22, è comprensibile che in vacanza venga voglia di uscire la sera, andare a sentire concerti, etc....ma dobbiamo, davvero dobbiamo cercare di mantenere la nostra regolarità.

- partire con una scorta adeguata di farmaci (non solo per due settimane!), e dopo aver parlato con il nostro psichiatra che ci dica cosa fare in caso di scompenso. E' una buona idea farsi fare una ricetta o una presentazione in inglese, eventualmente da presentare in ospedale. In un paese occidentale, in caso ci capiti di sentirci poco bene, e in caso lo psichiatra curante non ci abbia detto cosa fare, è decisamente consigliabile andare al pronto soccorso e spiegare che soffriamo di D.B. e che non ci sentiamo bene, e che vorremmo parlare con uno psichiatra. Non è il caso di aspettare che la crisi si aggravi.

- tenere presente che molti farmaci (il litio, per esempio) sono suscettibili sia al peso corporeo che alla quantità di liquidi ingerita, quindi all'idratazione del corpo. Teniamolo presente e, anche per questo, parliamone con il nostro psichiatra che ci spieghi, prima di partire, cosa fare in caso di diarrea del viaggiatore e cose del genere.

- in genere sarebbe una buona idea scegliere vacanze non stressanti....

Lo so che tutte queste attenzioni possono sembrare una rottura colossale. Magari, prima della diagnosi di D.B. eravamo abituati a fare gli Indiana Jones, o i discotecari yè yè, tirando l'alba ogni giorno.
Beh, ogni non è più possibile, per noi. Ma vacanze non stressanti non significa noiose...è possibile divertirsi comunque e stare bene, anche senza progettare e vivere eccessi.

E' sempre un fatto di ristrutturarsi e ridisegnarsi....e, secondo me, 7 o 15 giorni di vacanza non valgono, assolutamente non valgono, una crisi maniacale o depressiva, con mesi e mesi di alte dosi di farmaci e scompensi e tutte le negatività di vita che le crisi comportano.

venerdì 24 luglio 2009

Disturbo bipolare I, Disturbo bipolare II, Ciclotimia

Ieri sera una cara amica mi ha chiesto ulteriori lumi sul disturbo bipolare.
Vi trasferisco, allora, parte della conversazione.

Il disturbo bipolare è un disturbo del tono dell'umore, che viene normalmente catalogato secondo 3 definizioni: D.B. I, D.B. II, ciclotimia.

In tutte e 3 le categorie sono presenti le fasi up and down che caratterizzano il disturbo (il nome bipolare non gliel'hanno dato a caso! ;-), quello che cambia è l'intensità delle fasi stesse, soprattutto della fase up.

- DISTURBO BIPOLARE I: è una alternanza di fasi di depressione e di fasi di mania conclamata.
La mania è un episodio di alta energia, spesso (quasi sempre, purtroppo), con tratti psicotici.
Si definisce psicosi un tratto mentale che porta un distacco dalla realtà.
Nella mania i tratti psicotici possono variare da una mancata, non corretta valutazione della realtà (si pensa di essere iperfortunati, dei geni, i migliori del mondo) ad allucinazioni paranoidi (manie di persecuzione, per esempio), mistiche, etc etc.

Le fasi di mania e di depressione possono alternarsi nel corso dell'anno (ad esempio, 3 mesi di mania, un po' di normalità - eutimia - 5 mesi di depressione, eutimia e via dicendo), oppure possono alternarsi anche nell'arco di pochi giorni o della stessa giornata: è un tipo particolare di D.B. che viene chiamato "a cicli rapidi", e che va curato con molta attenzione, in quando è forse la fase in cui il rischio di tentato suicidio è più alto (la persona ha tratti di depressione, è depressa e vuole morire e ha abbastanza energia per metterlo in atto).

Anche la depressione può avere tratti psicotici, come una mancata valutazione della realtà (il mondo fa schifo, va tutto male, non sarò più felice) o allucinazioni e pensieri deliranti (tra cui, il pensiero di suicidarsi).

- DISTURBO BIPOLARE II - è caratterizzato da fasi di depressione e di ipomania, cioè di una mania più lieve.

In questo tipo di D.B., può darsi che l'aderenza alla realtà sia ancora buona (mancano i tratti psicotici, insomma), ma necessita comunque di essere curato, dato che, in assenza di cure, la persona potrebbe non essere funzionale nella vita.
Ad esempio, inizia progetti e relazioni sentimentali (fase up) che poi non porta a termine (fase down), e magari pensa di essere sfortunato o che sia un tratto caratteriale, senza sapere che è una malattia....

- CICLOTIMIA - in questa forma, le fasi up e down sono lievi. Nonostante questo, non è facile vivere da ciclotimici, per gli stessi motivi della fase II: le persone non riescono a essere costanti nella vita, a mantenere gli impegni presi, a conservarsi un lavoro o a vivere relazioni sentimentali sane. Non è facile.

Attualmente si tende a proporre una cura non stop, cioè per tutta la vita. Fino ad una decina di anni fa, si curava il singolo episodio (mania, ipomania, depressione), poi si sospendevano le cure (anche perché non è che le persone siano contente di assumere farmaci psichiatrici per tutta la vita, in genere! ;-))
Poi i medici- ricercatori hanno visto che sospendere la cura dava luogo a ricadute più frequenti e più gravi, con minor grado di rispondenza ai "vecchi" farmaci, e, viceversa, continuare le cure allontanava gli episodi nel tempo e li rendeva meno forti.

Infatti, non è una malattia cronica ma una predisposizione cronica. Gli episodi non sono sempre presenti, e si possono passare, anche senza farmaci, fasi di eutimia. Con i farmaci (che non curano, ma tengono sotto controllo), si può essere eutimici più a lungo nel tempo.

La mia esperienza: attualmente, sono stabile da più di 4 anni, e decisamente sto bene così!

mercoledì 22 luglio 2009

"L'orlo argenteo delle nuvole"

E' un libro che ho trovato molto gradevole...di Quick Matthew, ed Salani, pubblicato di recente.

Un romanzo il cui protagonista soffre di una malattia mentale non meglio specificata, per la quale resta in clinica psichiatrica per ben 4 anni.

Quando esce, è in preda ad una forte amnesia, non si è reso conto che siano passati 4 anni e il suo collegamento con la realtà non è perfetto (eufemismo...a dire il vero è molto labile). Ha un solo scopo: ricongiungersi con la moglie Nikki.

Il libro racconta, con leggerezza e humour, del suo ritorno alla vita, del prendersi piano piano cura di se stesso, l'incontro con uno psicoterapeuta bravissimo (entrambi mega tifosi degli Eagles Philadelphia, il che sarà un grande punto di contatto), la presa di coscienza della realtà, le prime relazioni amicali....non vi dico di più!

Il titolo dipende da questo: il protagonista, Pat, è impregnato di un ottimismo immenso, pensa che la vita sia un film, e che sia fondamentale non perdere mai la speranza...un po' come quando le nuvole in cielo nascondono il sole, ma qualche raggio filtra e rende l'orlo delle nuvole argenteo...quindi, anche quando nella vita sembra che ci siano solo nuvole, alzando gli occhi al cielo è possibile vedere che il sole c'è sempre...e cogliere un messaggio di speranza.

Libro molto gradevole, di facile lettura, che propone anche qualche momento di riflessione...per dirla con le parole dello psiconalista Cliff, che discorre con Pat di un libro di Sylvia Plath (poetessa che soffriva di D.B.), la vita può essere un'esperienza enormemente diversa a seconda delle sostanze chimiche che girano nel cervello....

Questo è un messaggio vero e potente, che andrebbe divulgato. Dovremmo insegnare agli altri, ai nostri figli, ai nostri amici, ai colleghi, agli altri, insomma, che la malattia mentale non è un fatto di cui vergognarsi o un incidente terribile. Nessuno può dirsi immune, perché non possiamo sapere cosa decideranno di fare i nostri neurotrasmettitori. E passare da quel 97% di "sani" (molto tra virgolette) al 3% di persone che soffrono di malattie mentali, può essere fatto di un attimo....ma un attimo importante, che cambia la vita.

martedì 21 luglio 2009

Sport....ho bisogno di sport.....

Ormai ho avuto la prova, nelle scorse settimane, che il mio organismo ha decisamente bisogno di sport, almeno tre volte alla settimana.

Fare sport (danza, nuoto, kick boxing, negli ultimi tempi) per me è un ottimo modo di scaricare lo stress e il nervosismo e nello stesso tempo mi ricarica di energie positive....via lo stress, entrino le endorfine!

Per molti anni fare sport è stato raccomandato come una cura per la depressione.....correre, nuotare, ballare...erano ritenuti aumentare la serotonina, quindi il buonumore.
Fare sport era consigliato ai primi sintomi della depressione...in America avevano sperimentato che, nei casi di depressione lieve, un'ora di sport una volta al giorno aveva lo stesso effetto che prendere antidepressivi.

Qualche giorno fa, tuttavia, ho letto un articolo di una ricerca, sempre americana (scusate, ho perso i riferimenti) che ribaltava questa teoria: fare sport non avrebbe alcun effetto sull'umore.

Sarà. Per quanto mi riguarda, fare sport è fondamentale. Come vi dicevo, mi aiuta a scaricare lo stress e nello stesso tempo mi dà una carica di energie sane, pulite. Se non riesco a fare almeno tre ore la settimana, sento subito gli effetti dell'astinenza: sono più irritabile, più stressata, come se dentro di me circolassero tossine che non hanno trovato il loro sfogo. E anche a livello corporeo, mi sento più legata, più anchilosata.

Chi soffre di D.B. deve fare attenzione, secondo me, a farlo nel modo giusto: non troppo poco ma neppure troppo. Infatti l'attività sportiva è un attivante, quindi esagerare (una o più ore al giorno) potrebbe indurre una crisi di ipomania.

Ma fare sport per chi soffre di D.B. è importante anche perché aiuta a tenere sotto controllo l'aumento di peso corporeo, che taluni farmaci che ci ritroviamo ad assumere in modo continuato (il litio, gli antipsicotici, taluni antidepressivi) potrebbero indurre. E, soprattutto al giorno di oggi, nella nostra società basata sull'immagine, aumentare di 10 o 20 chili non è un effetto collaterale accettabile...rende la qualità della vita, quindi l'accettazione della malattia e della cura, molto meno positiva.

Sembra che una delle nostre parole d'ordine debba essere MODERAZIONE, insomma. Che cambiamento rispetto ai picchi up e down! Tutto si impara...

Il consiglio che mi sento di dare è: trovate un'attività sportiva che vi diverta. Davvero. Ad esempio, io trovo molto noioso sia correre sia la palestra, body building, etc. Non riesco a farlo. Ballare o tirare pugni ad un sacco, invece, mi divertono. Come mi divertono infilare i rollerblade e andare al parco, o passeggiare con il mio cane. Quindi il divertirmi fà sì che io sia stimolata, ancor di più, a fare attività.

Se vi sentite colti da pigrizia, o siete in una fase depressiva in cui non vi sembra di avere le forze per farlo (come vi capisco!) una buona strategia è trovare un amico che venga con voi...che sappia della vostra malattia e che rispetti l'eventualità che, le prime volte, siate stanchi dopo 10 minuti di camminata. Ma avere un appuntamento con un amico può darvi l'input ad alzarvi dal letto e infilarvi le scarpe, o nel preparare la borsa da piscina.
Quando vado a ballare con una mia amica, non solo balliamo ma ci divertiamo, ridiamo tutto il tempo...e quando ritorno a casa sto decisamente meglio!

Sappiate mettere le cose nella giusta prospettiva: è meglio avere un umore più positivo o dovervi rilavare i capelli? Meglio avere un umore più stabile o vedere un programma in televisione? Voi, la vostra salute mentale contate più di tutto. Mettetevi sempre al primo posto....

mercoledì 8 luglio 2009

Stigma

Scusate, oggi non gira benissimo.

Sarà la stanchezza, la fatica del lavoro del periodo invernale, sarà che a noi prendono le giornate down anche senza motivi particolari. La serotonina decide di andare in vacanza, la dopamina la segue a ruota, e noi ci troviamo a gestire...inerzia? umore depresso? voglia di non far niente?....un mix di tutto questo, e anche più.

Oggi ripensavo al libro che vi ho consigliato ieri. C'è una parte molto interessante. La Jamison, cambiando lavoro, si ritrovò dubbiosa sul se dire o non dire al direttore del nuovo ospedale che lei soffriva di D.B. Alla fine, pur con mille paure e ansie, scelse il sì. E la risposta del direttore fu: "Stia tranquilla, se dovessi licenziare tutti i medici che soffrono di D.B., mi resterebbe l'ospedale vuoto!"

Come in Italia, non trovate? ;-)

Non mi sembra proprio. Nella mia esperienza, in Italia vige ancora un forte stigma sociale per chi soffre di malattie mentali, e molti continuano a ritenere il D.B. una grave malattia mentale. Quindi le persone che ne soffrono diventano, nell'immaginario della persona comune, davvero dei matti, inaffidabili, imprevedibili, infrequentabili, sia sul lavoro che in altri campi della vita.

Piacerebbe anche a me poter dire liberamente: soffro di D.B.. Sono stabile da più di 4 anni, mi curo tutte le sere, grazie al cielo rispondo benissimo ai farmaci. Sono 6 anni che lavoro su di me con la psicoterapia e ho fatti notevoli cambiamenti. Sono felice di me. Ogni tanto potrebbe capitare che non stia bene, ma ho una bella rete di sostegno nei medici che mi seguono e nei miei familiari ed amici.

Mi piacerebbe molto. Ma non lo faccio, perché il resto del mondo mi classificherebbe tout court come psicotica. Tralasciando che ho sì, avuto crisi psicotiche, ma sono in normotimia da anni. Tralasciando che negli ultimi dieci anni le cure mediche hanno fatto notevoli progressi, e che oggi un D.B. può essere molto più trattabile e gestibile di, che so, una nevrosi ossessivo compulsiva. Tralasciando che, dopo tutta questa psicoterapia e psicoanalisi, mi vedo molto più equilibrata, integra e risolta io che non la maggior parte delle persone "normali" che conosco.
Almeno io ho avuto il coraggio di affrontare me stessa!

Invece sento dire "questa cosa uno psicotico non può farla"...."uh, sai, quello ha fatto questa follia, ma soffriva di depressione"....che nervoso!

Talvolta discuto, talvolta lascio perdere.

Ma mi piacerebbe davvero che ci fosse una maggior cultura. In generale, su tutto. Perché l'ignoranza magari non farà morire, ma forti danni li crea. Sempre.

martedì 7 luglio 2009

"Una mente inquieta"

libro molto bello di Kay Jamison, edizioni Tea.

La Jamison è una psichiatra americana che soffre di disturbo bipolare...e in questa autobiografia narra la sua storia di donna sofferente di D.B.

La scoperta della malattia....il rifiuto della malattia e di prendere farmaci...le crisi maniacali e depressive sempre più forti e frequenti...l'accettazione della cura farmacologica...il costruire se stessa sotto nuovi profili....

vi suona familiare?

Sì, ci siamo passati tutti. Tutti abbiamo vissuto queste fasi, più o meno lunghe, più o meno intense, più o meno dolorose. Non è stato per nulla facile, né piacevole.

Ma libri come questo, i blog, i siti, le associazioni, servono per farci capire che non siamo soli. Che non siamo i soli a soffrirne o a provare questi sentimenti. Ci passiamo tutti. E, anche se è vero che mal comune non è mai mezzo gaudio, incontrare persone o leggere libri che narrano di storie "a lieto fine" può darci speranza. Può farci vedere che è possibile convivere con questo disturbo e stare bene, avere vite piene, felici, soddisfacenti. Si può fare!

venerdì 26 giugno 2009

Giornata antipedofilia








Invocano la libertà di pensiero e di espressione, invocano di poter seguire le loro preferenze sessuali.Accenderanno, in tutto il mondo, una candela azzurra.


PECCATO CHE SI DIMENTICHINO CHE L'OGGETTO DEI LORO DESIDERI NON E' UNA PERSONA ADULTA CHE PUO' SCEGLIERE CON COSCIENZA.


PECCATO CHE NON CONSIDERINO CHE USANO PLAGIO, SOPRAFFAZIONE, SOPRUSO DEL PIU' FORTE SUL PIU' DEBOLE.


PECCATO CHE SI DIMENTICHINO CHE MOLTO SPESSO USANO VIOLENZA A BAMBINI ROVINANDO LE LORO VITE.


PECCATO CHE SI DIMENTICHINO CHE A QUESTI BAMBINI CI VORRANNO ANNI, NEL MIGLIORE DEI CASI, PER VENIR FUORI DA QUESTO INCUBO.


PECCATO, PECCATO PER TUTTO QUESTO. PER LE MIGLIAIA, PER I MILIONI DI BAMBINI LE CUI VITE SONO ROVINATE.


PER QUEI BAMBINI LE CUI GIORNATE SCORRONO NELLA PAURA, E LE NOTTATE NEGLI INCUBI.


PER QUEI BAMBINI CHE NON HANNO FIABE E SOGNI, MA VIOLENZA E ABUSO.


QUANTI DI QUESTI BAMBINI RIUSCIRANNO AD AVERE UNA VITA "NORMALE"?


QUANTI AVRANNO MALATTIE MENTALI? (ne sapete qualcosa)?


QUANTI NON RIUSCIRANNO AD AVERE UNA VITA SENTIMENTALE?


QUANTI, NEL PEGGIORE DEI CASI, MORIRANNO?

SONO INDIGNATA, PROFONDAMENTE INDIGNATA.


PER QUESTO ANCHE IO, CON TUTTA LA MIA FORZA, DICO CHE IO NON ACCENDERO' UNA CANDELA AZZURRA E DICO NO ALLA PEDOFILIA



venerdì 19 giugno 2009

Disturbo bipolare: la malattia dei geni?

Dunque...tra le cosiddette "malattie mentali", il D.B. è forse la sola che non solo toglie qualcosa, ma dà anche qualcosa.

Anzitutto, vorrei precisare che si tratta di una predisposizione cronica ma di una malattia episodica. Sono due cose molto diverse. Un malato di D.B. ha fasi up e fasi down, ma può avere anche fasi, talvolta anche molto lunghe, di normalità.

Inoltre, e qui veniamo al punto, il D.B. dà anche delle cose: una maggiore creatività (scrittura, musica, danza, pittura), una maggiore espansività e quindi capacità di socializzare, una maggiore sensibilità...

Nel suo libro "Toccati dal fuoco" Kay Jamison, una psichiatra americana che soffre a sua volta di disturbo bipolare, ha analizzato le vite di vari geni, dell'epoca attuale e del passato, che soffrivano di disturbo bipolare. Siamo in ottima, in grandiosa compagnia: Beethoven, Chopin, Byron, Silvia Plath, Winston Churchill....

Peccato che, per una persona che riesce ad avere una vita geniale GRAZIE al disturbo bipolare, ce ne siamo almeno 1.000, almeno 10.000 che soffrono...e basta. Che hanno una qualità di vita decisamente non accettabile, che non riescono a lavorare, non riescono ad avere relazioni sentimentali continuate, che si rovinano economicamente....

Ne vale la pena?

Diventa assolutamente fondamentale curarsi e trovare la cura giusta per sé.

Perché, avere una qualità di vita non solo accettabile ma bella è ASSOLUTAMENTE POSSIBILE!

Una qualità della vita che sarà anche migliore di prima. Saremo persone diverse. Saremo forse meno espansivi e meno energici, ma saremo più saggi, più comprensivi, più compassionevoli. Potremo impegnarci in un lavoro senza dover essere licenziati, impegnarci in una relazione senza farla finire con i nostri scompensi, impegnarci nella vita con capacità di avere un progetto e di portarlo a compimento.

Ne vale la pena!

venerdì 29 maggio 2009

Pronta per le ferie...era ora!

Non voglio dire "o vado in ferie o mi ricoverano"...per carità, ho troppo rispetto della sofferenza atroce che porta ad un ricovero. E forse non ci sono così vicina, non ho neppure aumentato Zyprexa!....

Però...però è proprio ora di staccare la spina! I sintomi del superlavoro - primo pericolo per noi - ci sono tutti:
- maggiore nervosismo
- maggiore irritabilità
- maggiore intolleranza
- maggiore tendenza a lamentarsi e all'autocommiserazione
- sonno meno riposante, svegliarsi la mattina ancora stanchi
- lieve tendenza a vedere tutto ingigantito, non nella giusta proporzione

Lo so, qualcuno dirà: tutti proviamo queste cose. Ok, è vero, ma NORMALMENTE, cioè, nella mia normalità (concetto su cui potrei parlare per ore, visto che non ho ancora ben chiaro quale sia la MIA normalità...figuriamoci quella degli altri!) io NON sono così.

Di base, sono una persona tollerante, paziente, forse perfino gradevole. Invece quando sono così c'è una parte di me che non sopporta le altre parti, le altre manifestazioni di me stessa. Ma si può? Cerco di guardarmi dall'esterno, e mi trovo una mugna quacia, come direbbe una mia amica. Il che mi deprime un po'...e il gatto torna a mordersi la coda, visto che inizio di nuovo con l'autocommiserazione....

Urge tornare nei ranghi...vi terrò informati!

lunedì 25 maggio 2009

Il dolore della depressione

Ho amiche e conoscenti che, in questi mesi, stanno soffrendo per dolorose fasi di depressione.
E' davvero straziante vederli e sapere che stanno male. In alcuni casi parlo, in altri, in cui la confidenza è poca, mi manca il coraggio.

Ma li capisco, come li capisco! Ci sono passata più e più volte nella mia vita, e ricordo sentimenti ed emozioni come se fosse successo ieri.

Il dolore....l'affollarsi di pensieri negativi....l'apatia, il non aver voglia di far nulla...l'anedonia, il non provare piacere in nulla....i pianti....l'assenza di risate...la mancanza di desiderio sessuale....il sentirsi finiti, colpevoli, rovinati. L'ansia, spesso continua. Il non essere più in grado di leggere. I vuoti di memoria. La tristezza infinita. Il non riuscire a dormire o il dormire 15 ore al giorno. Gli attacchi di panico notturni. Il desiderio di star bene ma vedere che i giorni si trascinano l'uno dopo l'altro, senza cambiamenti. Il pensare che la propria vita è finita, che non sarà mai più bella e felice.

C'è chi chiama la depressione "la buia notte dell'anima". E' un concetto che credo si avvicini molto alla realtà. E' uno stato doloroso e terribile.

Ed è una malattia. Non c'è colpa, non manca la voglia di tirarsi su o di migliorare. E' una malattia talvolta invalidante, e la sola cosa da fare è curarsi, con pazienza e costanza.

Poi un po' di luce appare. Le prime volte sporadica, fa capolino per qualche minuto e poi va via. Dopo magari si passa una bella giornata, si pensa che le cose si stiano risolvendo, ed il giorno dopo si sta di nuovo male. Normale. Pazienza. Ragionate come se vi foste rotti entrambe le gambe in più punti. Dopo mesi di immobilità, riniziare a camminare sarebbe difficilissimo. Datevi tempo, con pazienza, le cose cambieranno, e ritornerete alla vita. Coraggio, non mollate!

giovedì 14 maggio 2009

Ancora sul gestirsi....

Non si finisce mai di imparare.

Ok, è maggio e sono stanca. Tutti gli anni a maggio sono stanca, ma quest'anno pago la miriade di interessi che ho e che seguo: la formazione in danzaterapia, i seminari che tengo (e preparare dispense musiche e coreografie non è uno scherzo), la danza, il kick boxing...senza contare che faccio due lavori e che spesso sono impegnata fino alle 20 di sera.

Per fortuna conosco i sintomi ed evito di eccedere. Così, se mi sento stanca, troppo, salto qualche ora di danza o di kick boxing. Mi prendo delle ore libere per occuparmi di me stessa, magari con un bagno caldo o con un bel libro, vado a letto presto, e aspetto che passi la fase "critica".

Un tempo mi sarei "drogata" di eleutherocco senticosus e altre erbe che "tirano su".
Oggi so gestire anche questo. Li prendo, se sento di aver davvero bisogno di un tonico, ma nello stesso tempo riduco gli impegni, per non innescare meccanismi perversi di superlavoro-superenergia...e ipomania. NO, grazie. Già dato, in abbondanza.

E' un periodo comunque fertile, tante cose si stanno smuovendo. E ho in programma una vacanza al mare, a giugno. Programma: stare stesa al sole leggendo libri e dormire. Vorrei dire che la mia unica attività sarà muovere gli alluci dei piedi (sono bravissima!), ma so già che poi mi farò attrarre dalle ore di acqua gym del villaggio. Ma in relax....recuperare forza e energia e svuotare la testa sarà un imperativo fondamentale!

martedì 5 maggio 2009

Superwoman...purtroppo non più.

Non è per nulla facile rendersi conto di non avere più l'energia da superwoman che è stata mia fedele compagna per tanti anni della mia vita.

Ero in grado, per molti mesi all'anno, di dormire poche ore per notte (4 circa): mi svegliavo riposata, efficiente e piena di energia per affrontare la giornata!
Ho due lauree e dico spesso che sono molto figlie del disturbo bipolare. La seconda l'ho presa lavorando: uscivo dal lavoro alle 18, mi riposavo fino alle 20, poi studiavo fino all'una o alle due di notte. E questo per anni!!!

Ora non è più così. Devo, ho un bisogno assoluto di dormire 7-8 ore per notte. Se sgarro, se vado a letto più tardi, il giorno dopo lo pago con minore efficienza e minore forza.

Apprezzo la stabilità ed i suoi innegabili vantaggi in termini di umore, lavorativi, di relazioni sociali, sentimentali...ma a volte mi manca quel surplus di energia che mi permetteva di avere giornate infinite!

E oggi è uno di quei giorni.....

lunedì 27 aprile 2009

"Il distubo bipolare: guida alla sopravvivenza"

Scritto da David Miklowitz, uno psichiatra americano, è uno dei libri più belli e completi che siano stati scritti sul disturbo bipolare (e pubblicati in Italia, ove non esiste molta letteratura sull'argomento).

Il Miklowitz è una sorta di Bibbia del disturbo bipolare: spiega cos'è, come si manifesta, quali sono i sintomi, quali sono i farmaci comunemente usati, ma soprattutto spiega le strategie, sia quelle di lungo periodo (cura farmacologica, psicoterapia) sia quelle di breve periodo (gestione della propria vita quotidiana).

E' un libro appassionante. Vero, ci sono alcuni punti molto tecnici (tipo la farmacologia), ma, se siete pazienti o familiari di qualcuno che ne soffre, non è necessario che vi trasformiate in esperti di chimica e di neurologia, ma soltanto che sappiate gestire umanamente questo disturbo.

Il caldo consiglio è di leggerlo!

Negli U.S.A. il D.B. è molto studiato e vengono pubblicati molti libri su di esso. Sarà perché ne soffrono 5 milioni di persone? ;-) Mi sembra una valida, plausibile ragione...
Immaginate una metropoli di 5 persone...tutte bipolari! L'idea mi fa sorridere...potrebbe essere un luogo molto caotico, ogni tanto, ma sarebbe anche estremamente creativo! ;-)

Comunque, se leggete l'inglese, su www.amazon.com potete trovare moltissimi libri sul D.B., sia tecnici che memorie di vita vissuta.

Credo che leggere le esperienze di vita di altre persone che soffrono di D.B. sia molto utile. Fa sentire meno soli, fa capire che quello che ritenevamo il nostro inferno personale è invece condiviso da molti. E fa intuire come sia possibile avere, ciò nonostante, una vita appagante, piena, serena!

venerdì 17 aprile 2009

Cambi di umore

Non solo i neurotrasmettitori serotonina e dopamina sono implicati nelle variazioni di umore; molte possono essere le cause di avere un umore "ballerino", fatto di up e down anche giornalieri, che ovviamente (lo so sono noiosissima) chi soffre di disturbo bipolare deve tenere presente e conoscere bene.

Alcune di esse, in ordine sparso:

- altri ormoni, come gli estrogeni e il testosterone, di cui noi donzelle siamo esperte durante la nostra fase mestruale: mestruazioni, giorni precedenti, giorni dell'ovulazione....nel corso del mese siamo esposte a talmente tante variazioni! Mattine in cui ci svegliamo bene e alle 11 avremmo o abbiamo già litigato con mezzo mondo; sere in cui un film romantico ci fa sciogliere in lacrime ben oltre il necessario; giorni in cui il sole sparisce, semplicemente, dalle nostre vite. E' bene tenere un diario per due-tre mesi, per vedere se le variazioni dell'umore accadono sempre in "quei" giorni.

- l'ipoglicemia: non fa solo venire giramenti di testa, può anche cambiare il nostro umore, facendolo virare verso il nervosismo, l'intolleranza, l'irritabilità. se non mangiamo da molte ore, il nostro organismo entra in uno stato di allarme...sarebbe bene seguire un regime dietetico bilanciato, evitando i dolci e facendo attenzione all'indice glicemico dei cibi....ma se questo è troppo complesso, limitatevi a fare 5 pasti al giorno (colazione, spuntino, pranzo, spuntino, cena) di cibi sani e naturali....il vostro umore vi ringrazierà!

- altro ormone particolare di cui è bene parlare è l'ossitocina. L'ossitocina è un ormone meraviglioso, molto alto durante la gravidanza, che ci fa sentire bene, sereni, in pace con noi stessi. L'ossitocina ha come antagonista l'adrenalina, ovvero: quanto più sale l'adrenalina, tanto più è bassa l'ossitocina. E dato che oggi viviamo vite frenetiche e "maschili", basate sulla competizione, tendiamo ad avere l'adrenalina alta...e l'ossitocina bassa. L'ossitocina bassa ci rende irritabili, scontrose, ci fa sentire sovrastate da tutti gli impegni, come se non fossimo in grado di portarli a termine....
Esistono una serie di azioni che la alzano:
- un bagno caldo
- una passeggiata nel verde
- sfogarsi con un'amica
- fare volontariato
- ballare
- preparare una torta
- fare shopping divertendosi
- fare giardinaggio
- farsi fare un massaggio

etc etc. L'importante è che siano attività a bassa competizione e che gratifichino...

Quindi: non prendiamo alla leggera il disturbo bipolare, ma neppure allarmiamoci eccessivamente! equilibrio e autoanalisi....

mercoledì 15 aprile 2009

Ipomania sotto controllo

Cari amici,
le giornate si sono allungate, è chiaro fino alle 8 di sera, si sta fuori più volentieri....
se siete riusciti a scampare la stanchezza primaverile, il consiglio è di tenere sotto controllo l'ipomania (o la mania) e di fermarvi ai primi sintomi.
Proprio questa bella stagione, infatti, potrebbe far risorgere l'ipomania.

Quali sono i sintomi allarmanti? Ognuno ha i suoi primi segnali...ma in linea generale, potrebbero essere:

- maggiore energia;
- ridotto bisogno di sonno;
- aumento di progetti e della voglia di fare;
- pensiero che finalmente va tutto bene e che non siete mai state meglio, o che finalmente state bene di nuovo....

ecco, per me e per qualche altro mio amico, proprio quest'ultimo pensiero era il segnale che qualcosa non andava sul serio...il tono dell'umore di era alzato decisamente troppo...era ora di correre ai ripari.

Strategie:
- rallentate i ritmi e costringetevi al riposo;
- nel frattempo, chiamate il vostro psichiatra e chiedete un appuntamento urgente, molto probabilmente ci sarà bisogno di ridosare le terapie;
- dormite almeno 8 ore, occorrendo, se necessario, anche a sonniferi: 4 ore non sono un sonno adeguato per noi, soprattutto per più giorni di fila. Abbiamo assoluto bisogno di dormire!

che dire? buona primavera....

martedì 31 marzo 2009

Cambio di ora, cambio di stagione....

E' arrivata l'ora legale, e sono arrivati i primi scampoli di primavera.

Personalmente, odio l'ora legale. La trovo innaturale, non riconosco la luce, e svegliarsi la mattina è un vero incubo.

In generale, però, il cambio di stagione inverno-primavera è molto difficoltoso e pericoloso per chi soffre di disturbi del tono dell'umore.
Facilmente, può innescarsi una spirale di non equilibrio che conduce ad una crisi ipomaniacale o depressiva.
Di quale tipo, dipendenderà dalle tendenze di ognuno di noi.

Per molti anni, per me l'arrivo della primavera coincideva con una crisi, anche lunga mesi, ipomaniacale. I sintomi:
- aumento del livello di energia
- aumento del tono dell'umore
- maggiore voglia di "fare cose"
- tendenza ad assumermi 20.000 impegni al giorno
- maggiore disponibilità ai rapporti sociali, al dialogo, alle relazioni
- minor bisogno di sonno
- etc. etc. etc.

Poi, negli ultimi anni, primavera iniziava a coincidere con depressione....e quindi...
- ridotto livello di energia
- voglia di stare chiusa in casa
- aumento del bisogno di sonno
- aumento del malumore e della tendenza ad essere pessimisti
- ridotto o aumentato bisogno di cibo
- diminuzione degli impegni
- etc. etc. etc.

Oltre al D.B., esiste una forma di depressione che si chiama "depressione stagionale" e si manifesta quando si alternano le stagioni. Spesso la primavera, con il maggior numero di ore di luce, è una sorta di risveglio dopo la depressione stagionale invernale, ma anche questo non è detto. In questo campo, vive la soggettività! Ognuno reagisce a modo suo...

Spesso anche per chi non soffre di disturbi del tono dell'umore la primavera è un momento difficile: in inverno abbiamo decine di impegni, molte ore di lavoro, e in primavera, quando dovremmo risvegliarci, in sintonia con la natura, siamo stravolti dalla stanchezza e ci trasciniamo....lunghe ore, lunghe giornate con ridotti livelli di energia. In questi casi, una bella cura ricostituente con erbe è l'ideale!

La solita morale: vigilanza costante!

martedì 24 marzo 2009

Farmaci e accettazione

E' un po' che non scrivo ma grazie a Dio e alla Rhodiola non è perché sono stata male. Sono solo stata piena di impegni, quindi il tempo si è drasticamente ridotto.

Ho incontrato qualche persona che soffre di disturbo bipolare e non vuole prendere farmaci.

Anche se, ripeto, non sono un medico, queste sono le mie opinioni da paziente...vita vissuta. Forse è un post ripetitivo....scusate.

Se si soffre della forma chiamata "bipolare 2" o di "ciclotimia" è possibile, secondo me, valutare di vivere senza farmaci. La vita però diventa molto difficoltosa, e si deve mettere in conto di maneggiare almeno una crisi ipomaniacale e una depressione all'anno, spesso in coincidenza con l'alternarsi delle stagioni (facilmente ipomania in estate, depressione in inverno, ma può essere anche l'esatto contrario). Servirà allora un monitoraggio davvero costante, nessuno stress, vita regolare, niente droghe o alcool, 8 ore di sonno al giorno, magari un bravo omeopata, e una psicoterapia (pare molto utile la cognitivo comportamentale) che aiuti a trovare quali eventi e quali reazioni possono spedire in depressione o in ipomania. Spesso anche chi soffre di bipolare 2 non riesce a stare senza farmaci, diventa troppo difficile e troppo faticoso, troppe cose da gestire contemporaneamente. Senza contare che depressione o ipomania possono invalidare l'attività lavorativa, i rapporti sentimentali, la vita sociale....rischi da mettere in conto.

Per chi soffre di "bipolare 1", invece, il farmaco diventa NECESSARIO. Questo perché le crisi sono molto più forti ed intense, e spesso richiederebbero l'ospedalizzazione. Ne avete voglia? Io per nulla. I rischi di cui sopra sono amplificati. Il farmaco, unito a tutti i fattori di protezione, permette una vita regolare. Non grigia né morta, ma regolare, senza doversi preoccupare dell'arrivo delle diverse stagioni o di bere un bicchiere di vino. Come fa chi non soffre di disturbi del tono dell'umore. Il farmaco protegge e permette di affrontare la psicoterapia (da scompensati non è possibile).

Certo, per prendere un farmaco ci vuole ACCETTAZIONE. Bisogna accettare di avere un disturbo del tono dell'umore, pas grave, per carità, anche se nel mentre può sembrare la cosa più orribile che potesse succedervi, perché influisce sul vostro funzionamento mentale, emotivo, cognitivo. Non è semplice, serve un profondo lavoro di rielaborazione...e poi bisogna tirarsi su le maniche e lavorare su di sé, e di concerto con i medici.

Ma si può fare!