giovedì 29 gennaio 2009

Zyprexa

Uno dei "miei farmaci"...

Lo Zyprexa (molecola: Olanzapina) fa parte della categoria degli antipsicotici atipici...una nuova generazione rispetto ai primi antipsicotici (come il Serenase). Dovrebbero essere farmaci con meno effetti collaterali rispetto ai primi. Come dice il nome, sono usati durante le crisi psicotiche e le psicosi; negli ultimi anni, vengono usati anche come terapia di mantenimento nel D.B.

La prima volta che mi venne prescritto era il dicembre 2003. Nessuno mi disse (ma non potrei giurarlo: forse, se qualcuno l'avesse fatto non l'avrei recepito, dato che ero di fuori come un picchio a maggio) che poteva causare un forte aumento di peso. E così mi ritrovai da 54 a 65 kg. nel giro di pochi mesi! Uno shock!! Non potevo neanche più guardarmi allo specchio!

Questo è uno degli effetti collaterali più sgradevoli: che può causare un forte aumento di peso.
Quelli meno evidenti sono anche peggiori, dato che, tra i tanti, potrebbe determinare, influendo sul metabolismo degli zuccheri, l'insorgere del diabete.

Comunque, per tante persone lo Zyprexa è stato un salvavita, permettendogli di condurre una vita "normale" (molto virgolettato...chi può dire cosa sia la normalità?) o quasi.

Nel 2005, all'ennesima crisi maniacale, mi venne prescritto il Risperdal, un altro antipsicotico atipico, che sulla carta dovrebbe dare un aumento di peso minore. Ma non era la molecola per me....Sperimentai tantissimi effetti collaterali: un'insopprimibile voglia di camminare (alle 5 del mattino erò già al parco a macinare chilometri...), un forte aumento dell'ansia, una certa rigidità muscolare. Alla fine fui io a chiedere di ritornare allo Zyprexa (con grande stupore della mia psichiatra). Stavo troppo male.

Invece ho degli amici per cui vale l'esatto contrario: troppi effetti collaterali con Zyprexa (tra cui una forte sedazione - penniche ad ogni ora - che io non sperimento), benissimo con il Risperdal.

Inutile, lo ripeterò spesso, ognuno di noi ha una reazione assolutamente individuale ai farmaci. Non sempre si troverà quello giusto al primo colpo, talvolta neppure al secondo, ma oggi ci sono molti farmaci tra cui scegliere. E tra cui trovare quello giusto!!

In attesa che la ricerca genetica progredisca.....

martedì 27 gennaio 2009

Inconscio condizionato

Questa notte ho fatto un sogno.

Ero a cena con Berlusconi ed altre persone (cosa di per sé stranissima: non frequento V.I.P. e non voto Berlusconi, quindi....non so come ci fossi arrivata!).

Ad un certo punto un commensale faceva una citazione. Io, automaticamente, lo correggevo dando la versione corretta (maestrina rompiballe anche quando dormo!). E così Berlusconi, guardandomi, e colpito da cotanto sfoggio di erudizione, disse che era seriamente intenzionato a propormi quale Ministro della Pubblica Istruzione.

Beh, il mio pensiero, nel sogno, è stato: Uhm....devo parlarne con la mia psichiatra, perché il lavoro di ministro potrebbe essere troppo stressante!! :-))

Quando si dice inconscio condizionato.... :-))

lunedì 26 gennaio 2009

Insonnia....

La scorsa settimana il mio compagno ha sofferto di insonnia.....non aveva sonno fino all'una di notte, si svegliava precocemente alle 4 o alle 5 del mattino...e ha continuato così per una settimana intera.
Lui non ne ha risentito....era un po' più stanco, più stressato e irritabile ma comunque nella norma.

Noi sofferenti di D.B. non potremmo permettercelo. Per noi già una notte di non sonno può essere pericolosa...dovremmo cercare di recuperare durante la giornata, e stare tranquilli. Due notti senza sonno sarebbe come giocare alla roulette russa. Meglio evitare.

In questo, l'esperienza dei ricoveri mi ha insegnato molto. Oggi mi capita raramente di avere un attacco di insonnia (i farmaci funzionano anche come sedativi, credo). Quando capita, sto a casa dal lavoro e resto tranquilla per tutta la giornata, annullando gli impegni. Non rischio uno scompenso per fare l'eroina, la superwoman infaticabile.

Per la cronaca, ho consigliato al mio compagno delle pillole di Passiflora. Normalmente ci vuole qualche giorno perché espleti il suo effetto in pieno (tantissime piante hanno un effetto "ad accumulo"), ma su di lui ha funzionato fin dalla prima sera, e sta funzionando sempre meglio. E' una pianta calmante che può essere presa anche nei casi di ansietà e di palpitazioni (non derivanti da problematiche cardiache ma su base ansiosa), induce il rilassamento e quindi il sonno.

Altra strategia è evitare il più possibile gli eccitanti la sera: non solo caffé, alcol, cioccolato e coca cola, ma anche letture o film violenti, litigi con i familiari.
I dietologi inorridiranno, ma anche le proteine, carne, pesce, uova, etc., mangiate di sera, non favoriscono il sonno: meglio una cena a base di carboidrati, che aumentano il triptofano (così come il latte), un ormone rilassante.

Anche stare davanti al pc fino a tardi non è una buona idea: il nostro cervello registra la luce del monitor come se fosse la luce del sole, il che non favorisce l'addormentamento (in termini medici, interferisce con il ritmo circadiano, il ritmo giorno-notte, veglia-sonno).

Prossimamente vi scriverò in merito alle erbe che, oltre alla passiflora, possono aiutare l'addormentamento.

domenica 25 gennaio 2009

Farmaci in gravidanza

Sono finalmente riuscita ad avere una visita con una dr.ssa dell'équipe della dr.ssa Todros, Ospedale S.Anna di Torino, che segue le gravidanze a rischio.

Ho esposto il mio caso, come si suol dire, chiedendole la loro esperienza in merito ai farmaci usabili in gravidanza, che non facciano male al bambino (né come malformazioni, né come ritadi ponderali, disturbi del comportamento, etc.)

La dr.ssa Scatà mi ha dato le seguenti informazioni:
- i farmaci che possono fare davvero male al bambino sono pochi, molto meno di quanti si creda (tra questi il Depakin, farmaco noto a chi soffre di D.B.). Certo, meglio non prendere farmaci, ma non è così intollerabile;
- sicuro sarebbe il Carbonato di Litio, ma io non posso prenderlo perché mi aveva dato problemi di insufficienza renale;
- tra i farmaci che prendo, il Lamictal non è molto gestibile, pare dia problemi di dosaggio, con conseguenti problemi per il bambino;
- lo Zyprexa, invece, sembra ben tollerato, a dosaggi bassi;
- meglio una madre compensata che ogni sera prende la sua cura, monitorata e seguita, che una madre che smette farmaci e si scompensa in gravidanza: in quel caso, con tanti ormoni e neurotrasmettitori completamente squilibrati, possono effettivamente esserci problemi di ritardo ponderale, di disturbi del comportamento, di sonno etc.

Per me è stata una visita molto confortante. Almeno so che, se davvero voglio dare realtà al mio sogno di diventare madre, la malattia non è un ostacolo. Questo vuol dire moltissimo...

Ovviamente andrà posta un'attenzione particolarissima al post partum: chi soffre di D.B: non può assolutamente non dormire la notte, o avere il sonno interrotto (è una delle cause delle crisi), quindi occorre una rete familiare o di badanti che si occupino del bambino di notte. Inoltre, evitare in gravidanza e nel post tutti i momenti e le occasioni di stress. E' come se fossimo delle preziose bambole di cristallo...e forse neppure tutto il male vien per nuocere! :-)

In fondo, siamo state portate a scegliere una vita meno stressante, più regolare, più in sintonia con i ritmi naturali. A eliminare la freneticità dalle nostre vite.
Certo, le cautele talvolta possono essere un po' noiose: non bere alcolici, non far tardi la notte, fare voli e viaggi intercontinentali monitorando assolutamente il sonno, evitare lo stress....ma, in fondo, vedo in questo anche una nuova forma di libertà: la libertà dagli imperativi moderni!

mercoledì 21 gennaio 2009

Depressione...guarire si può!?!

Ieri parlavo con una mia amica di depressione.
Un argomento molto alla moda, da qualche anno, che suscita per lo più incomprensione, quando non rifiuto, e solo raramente compassione, compartecipazione.
Tante definizioni ne sono state date: un pozzo nero, dei mesi senza luce, come se la vita avesse perso i suoi colori, i profumi, le gioie...tutte vere.

Come per la mania, ogni depressione è simile alle altre e ognuna è storia a sé.
Ognuno di noi soffre di più per particolari sintomi: chi perché non riesce a lavorare, chi perché non prova più sentimenti, chi perché ha pensieri tipo "la mia vita è rovinata, finita, niente sarà più come prima", chi perché non prova più piacere per gli hobby, chi perché non riesce più a decidere...o forse soffriamo per tutte queste cose, e per altre, tutte insieme.

Sono passata attraverso vari episodi depressivi, di cui due molto gravi. Episodi invalidanti, per tanti aspetti. Episodi in cui il mio essere era talmente frantumato da non avere più nessun appiglio a cui aggrapparsi.

E quello che oggi vorrei dire è: passerà. Trattatela per quello che veramente è: una malattia. Datevi il tempo di guarire, con farmaci, erbe, psicoterapie, con qualsiasi altra cosa possa esservi utile, e di ricostruirvi, senza chiedere a voi stessi attività e sforzi che ora non potreste fare. Non chiedereste a qualcuno con il bacino fratturato di correre i cento metri o la maratona, no? Il depresso è fermo, la sua vita è ferma: talvolta anche respirare è una fatica immensa.
E non colpevolizzarsi, non esiste colpa: è una malattia. Un bel giorno l'equlibrio dei nostri neurotrasmettitori va a farsi benedire. E a quel punto c'è solo da curarsi.

Esistono consigli e strategie da seguire: pare sia molto importante, comunque, l'attivazione comportamentale. Il cercare, per quanto è possibile, di fare un minimo di attività (casalinga, ludica, lavorativa) ogni giorno. Accogliendo ogni piccolo progresso, senza sminuirlo.

Certo, quando una persona non ha le forze per alzarsi dal letto la mattina, parlare di attivazione comportamentale è assurdo. In quel caso c'è solo da far risalire l'energia...e aspettare.

Ma guarire si può! Forse si deve, anche, dato che non credo che noi siamo su questa terra per soffrire, ma per evolvere e gioire....

martedì 20 gennaio 2009

Omeopatia

Dunque, ho studiato seriamente omeopatia per 5 anni. Ma mi curo con i farmaci allopatici.
Perché?
Per parecchi motivi....vediamo di elencarli.

1) l'omeopatia unicista, quando è fatta bene, può essere davvero utile nel D.B. C'è chi dice che sia la sola cura, intendo, la sola soluzione che può portare alla guarigione.
Ma occorre trovare un omeopata bravissimo. Anche così, non c'è garanzia assoluta di avere il rimedio giusto. Questo perché la prescrizione omeopatica unicista non è "una malattia, un rimedio": si dà il rimedio sull'insieme dei sintomi mentali, emozionali e fisici che il paziente presenta. Quindi per una stessa malattia possono esserci centinaia di rimedi utili. Il rimedio giusto per il paziente, però, sarà uno a seconda della totalità dei sintomi. Capirete che non è facile.
Non è facile anche perché, se l'omeopata sbaglia il primo o il secondo rimedio, la crisi depressiva o maniacale continuerà, con alti costi per il paziente, per la famiglia e con rischio di ospedalizzazione. Non dimentichiamo che le crisi maniali hanno molti costi (di stress cerebrale, di spese, di promiscuità sessuale, di aggressività etc.) e che le crisi depressive, o gli stati misti, possono comportare il rischio di suicidio.
2) gli omeopati bravi in genere hanno una lista di attesa lunga mesi, per dare un appuntamento. A un paziente di D.B., invece, serve poter contattare il proprio medico in tempi rapidissimi, nel giro di poche ore. Quindi occorre trovare la combinazione "omeopata bravissimo-che mi riceva in poche ore". E anche questo non è facile.
3) occorre una famiglia che sostenga e supporti questa scelta. Altrimenti, quando il gioco si fa duro, vi porteranno dallo psichiatra o al pronto soccorso, dove vi verranno somministrati farmaci, magari in alte dosi.
4) un rimedio giusto, o una serie di rimedi giusti, prima o poi vi porterà una crisi di guarigione che potrebbe essere una nuova crisi maniacale o depressiva. E qui si ritorna al punto 1), 2) e 3): rimedio giusto, omeopata raggiungibile in poche ore, famiglia che sostenga.

Io non ho ancora tutte queste condizioni. Conosco omeopati bravissimi, ma che non sono facilmente contattabili. E la mia famiglia è molto "farmacologica". Soprattutto, poi, vedere un proprio caro stare male non è facile. Comprensibile quindi che si cerchi la soluzione più immediata, più pronta. E questa soluzione è tradizionalmente medica.

Ma non disperiamo....

giovedì 15 gennaio 2009

Folli spese maniacali...

Stamani ho messo una collana con un grande ciondolo di ambra. E' stato molto ammirato. A me è venuto da sorridere, perché quel ciondolo è frutto di una serie di acquisti compulsivi fatti durante una crisi maniacale.

Uno dei sintomi/effetti della mania o dell'ipomania è questo: SPENDERE, SPENDERE, SPENDERE.
Non si ha più il senso della misura e del proprio conto corrente, né un minimo aggancio alla realtà: tutto sembra assolutamente fondamentale, necessario, da avere assolutamente. I soldi? Ci si sente talmente bene, talmente nel flusso della vita, talmente onnipotenti che si pensa che arriveranno, in un modo o nell'altro. Una vincita al lotto, un nuovo lavoro, una ricompensa dell'universo per la nostra meravigliosità!!

Sono stata capace di spendere 3300 euro in mezz'ora, nel gennaio 2004......più parecchie altre centinaia sparse nelle due settimane di mania....un collasso economico, per me.
Scene tipo film "Pretty woman"....entrare in un negozio di abiti di alta moda, e scegliere uno, due, tre, quattro capi....pensare di fare un regalo ad un amico, un maglione, ma uscire dal negozio con maglione, pantalony, gilé, montgomery, perché il tutto "gli sarebbe stato troppo bene", entrare il libreria per un libro e uscire con 16 libri....
vi suona familiare?

Un consiglio, banale e semplice ma utilissimo: ai primi avvisi di mania, o di ipomania, consegnate ad un familiare il bancomat e le carte di credito. Fatevi dare dell'argent de poche necessario e sufficiente, ogni giorno, per quel giorno. E sbavate pure davanti alle vetrine, non ne morirete, né morirete dal freddo come la piccola fiammiferaia! :-)) Se proprio sentite prendervi dalla smania e tutto vi sembra assolutamente fondamentale per la vostra vita, tenete delle liste di quello che vi piacerebbe: passata la crisi, vi renderete conto che forse il vostro cane non ha bisogno di ciotole con cristalli Swarosky né che voi, che pedalate due volte ogni tre mesi, avete bisogno della nuova bici in titanio da 5.000 euro. Vi ritornerà il senso della misura e delle proporzioni....smarrito nei meandri della dopamina alle stelle....

martedì 13 gennaio 2009

Scelta dello psichiatra

Visto che ho parlato di psicoanalisi, mi sembra giusto parlare anche degli psichiatri.

Il D.B. deve essere assolutamente diagnosticato da uno psichiatra: non basta il medico di famiglia, non basta lo psicologo, è necessario rivolgersi ad uno psichiatra, che dovrà impostare la terapia farmacologica e seguirvi nel tempo.

Ora, la scelta dello psichiatra è assolutamente fondamentale.
Questo perché deve instaurarsi, tra il paziente e il medico, un rapporto di fiducia e di rispetto.

In parecchi anni di D.B., e attraverso i ricoveri, ho conosciuto parecchi psichiatri.
Anche loro, in fondo, sono persone, (:-)) quindi ne troverete di ogni tipo: preparati, non preparati, simpatici, antipatici, empatici, non empatici, sensibili, insensibili, disponibili o introvabili...etc. etc. etc.

Un consiglio: non fermatevi al primo che incontrate, magari in ospedale o al centro psichiatrico di riferimento di zona o perché vi è stato consigliato.

Cercate una persona preparata, che conosca il D.B, e che sia umana ed empatica.
Avete tutto il diritto di provare e di cambiare. Non è perché avete fatto qualche visita che siete costretti a rimanere con lui/lei tutta la vita....Mica l'avete sposato/a! (neanche in caso di matrimonio siete più costretti a rimanere con qualcuno tutta la vostra vita!) :-))
Cercate qualcuno di cui fidarvi, e poi instaurate un rapporto duraturo, in modo che possa conoscere come siete normalmente, quando siete depressi, quando siete maniacali.

Tanti, troppi psichiatri, secondo me, non si rendono davvero conto di avere a che fare con persone che soffrono, e soffrono tantissimo, ma danno l'impressione di giocare con soldatini di piombo...come i bambini....soldatini che ogni tanto impazziscono, casi clinici da catalogare e far finire nelle statistiche, ma in fondo giocattolini...

Anche in questo campo, ritengo di essere stata molto fortunata. La psichiatra che mi segue da anni è una donna di grande profondità, di grande spessore umano, e molto preparata. Inoltre, 100 punti in più, è davvero disponibile, natale e altre feste comandate comprese. Una disponibilità davvero ammirevole e, per chi soffre di D.B., fondamentale. Lei sostiene che io le ho fatto vedere "i sorci verdi": farmaci sì, farmaci no, e perché sì, e perché no, e guardi questo articolo, ma siamo sicuri della diagnosi....non sono stata una paziente facile o accomodante. Ho battagliato, ho contestato, e tutt'ora contesto quando mi trovo in disaccordo....ma in fondo ammette che sono anche stimolante! :-))

In caso di allarme, comunque, in caso di sintomi premonitori di una crisi, è assolutamente fondamentale riuscire a reperire il proprio medico curante in brevissimo tempo. Certo, in caso contrario potete rivolgervi la pronto soccorso di ogni ospedale, ma chi vi capiterà? :-)) Nel caso più fortunato un bravo psichiatra ma che non vi conosce....e quindi non sa quale sia la vostra normalità.
Lasciate perdere i medici che non trovare mai......

sabato 10 gennaio 2009

Psicoanalisi.....

Non so come sarebbe la mia vita oggi se non mi fossi impegnata in un cammino prima psicoterapeutico e poi psicoanalitico. Probabilmente, molto peggiore, ma non potrò mai dare una risposta certa, se non basandomi sul ricordo di cosa era la mia vita prima di iniziare.
Emotiva, disforica, con picchi altissimi, bipolare, stressante, sempre alla ricerca di qualcosa che riempisse quell'orribile senso di vuoto che sentivo...

Mi ritengo fortunata. Ho trovato dei bravissimi terapeuti.

Prima una psicologa rogersiana, con la quale ho fatto un bel percorso sull'autostima, sull'amore per me stessa, sul prendermi cura di me, di rielaborazione della diagnosi...

E poi, dopo due anni e mezzo, quando sentivo che quella strada era per me completata, uno psicoanalista lacaniano, che definire bravo è un eufemismo...è fantastico. Cosa ho fatto con lui, grazie a lui? Mi sono distrutta. Pezzettino per pezzettino. Ho scavato, giù in fondo al pozzo, con l'intuizione che non mi sarei disgregata. Mi sono vista senza maschere, più o meno facili, e mi sono accettata in blocco. E poi, piano, mi sto ricostruendo. Mi sto riabituando a me....mi sto abituando a vivere nel reale e non nell'immaginario, e questo per me è un cambiamento di scenario epocale.

Credo anche di essere stata, oltre che fortunata, brava. Mi sono impegnata moltissimo, con in testa un obiettivo molto forte e molto chiaro: stare bene. Essere felice. Diventare un individuo autonomo e libero, finalmente libero.

Non è stato un viaggio facile. Anzi, è stato molto doloroso, lungo e doloroso. Innumeri le volte in cui ho pianto, in cui il dolore era talmente forte da lasciarmi silenziosa per giorni e giorni, in cui non sapevo più chi ero e dove stavo andando.

Ma è stato, ed è (mica ho finito! :-)) il viaggio più bello della mia vita. Un percorso che consiglierei a tante, tantissime persone. E non mi capacito di come tante persone ne stiano lontane, invece, e continuino a vivere infelice.....

venerdì 9 gennaio 2009

Litio

Qual è la cura del disturbo bipolare? Parliamo di cura "di controllo", e non di cura definitiva (questo, all'attuale stato della scienza medica...in futuro, chi sa).

Si usano una particolare categoria di farmaci chiamati moderatori dell'umore. Questi farmaci hanno l'effetto di mantenere l'umore in un range di stabilità emotiva, senza i picchi altissimi che il D.B. comporta.

Per molti anni il farmaco principale, e l'unico che sembrava davvero efficace, era il litio (carbonato di litio). Il litio è un sale che è già presente nel nostro organismo, ma nella cura del D.B. viene dato in dosi molto maggiori di quelle fisiologiche, a seconda della risposta del paziente.

Infatti, e questo vale per tutti i farmaci, la cura è assolutamente individuale e soggettiva: ognuno di noi ha una particolare risposta ai farmaci, e quelli che vanno bene per una persona possono non andar bene per un'altra.

Il litio, affinché sia terapeuticamente efficace, deve essere compreso in un certo range (per questo si misura la litiemia): al di sotto, è inefficace, al di sopra, è tossico. Quindi la litiemia va misurata abbastanza spesso (anche settimanalmente) nei primi tempi di cura, almeno una volta al mese in costanza di cura. Si fa con una semplice analisi del sangue.
Come tutti i farmaci, ha degli effetti collaterali che possono essere abbastanza pesanti. I principali effetti collaterali pesanti del litio possono essere sulla tiroide (può rallentarne l'effetto, causando ipotiroidismo), sulle reni (insufficienza renale).
Altri effetti collaterali possibili ma lievi sono: un aumento di sete che spingere a bere molto, ritenzione idrica, tremito delle mani.
Nei primi tempi, mentre l'organismo si adatta alla molecola, a me capitava anche di parlare con più difficoltà, o di non ricordarmi bene le parole.
Taluni sperimentano anche un aumento di peso (effetto che purtroppo anche gli altri farmaci, come gli antipsicotici, sia tipici che atipici, possono dare), più o meno grave.

Il litio comunque è il "farmaco principe" perché sembra molto efficace nel prevenire sia le crisi depressive sia le crisi maniacali. Su di me funzionava molto bene, ma, purtroppo, dopo 8 mesi di cura ho dovuto sospenderlo urgentemente perché stava compromettendo la funzionalità renale.

E sono passata ad altro....

Vi chiarisco: non sono un medico. Quello che scrivo sui farmaci è quello che potete trovare con questi canali:
- dal bugiardino;
- su internet;
- parlando con il vostro psichiatra.

Oggi, grazie a Dio, ci sono molti altri farmaci disponibili. Questo è davvero un bene, in quanto, come già detto, la risposta è totalmente soggettiva. Ma è possibile trovare il farmaco o la combinazione di farmaci adatta, e conquistare una vita serena.

giovedì 8 gennaio 2009

Stabilità...che conquista!

Il mio umore è stabile dal mese di maggio 2005...la mia ultima crisi maniacale risale, infatti, al 18 aprile 2005 (crisi maniacale con conseguente ricovero, non proprio una passeggiata).
Sono quasi quattro anni, e quando ci rifletto mi sembra davvero una conquista.
Sono stati anni di cure costanti, di farmaci presi regolarmente ogni sera, di sedute con lo psicoanalista settimanali, di letture di libri e articoli sul D.B.
Insomma, mi sono impegnata parecchio! ;-)

La stabilità dell'umore è stata, per me, una novità assoluta, di cui a poco a poco ho apprezzato i molti vantaggi.

Prima di venire diagnosticata, prima di accettare la cura, per anni, il mio umore seguiva i seguenti cicli:

- una crisi di ipomania (all'epoca avrei detto di "umore molto buono, molto soleggiato, molto espansivo") in primavera e in estate: umore alle stelle, decine di progetti, di impegni, di contatti amicali;
- una crisi depressiva in inverno, stagione in cui mi chiudevo in casa e riducevo i rapporti sociali, gli impegni extrascolastici;
- un'emotività esasperata, davvero dalle stelle alle stalle e viceversa nel volgere di pochi minuti;
- rapporti sentimentali che iniziavano sull'onda di un'ipomania (o che me la facevano scaturire), brevi storie in cui mi buttavo senza paracadute e che finivano miserevolmente....

rendo l'idea?

Quando è arrivata la diagnosi, ed i farmaci, e all'inizio il loro rifiuto, la paura principale era quella di diventare un'ameba senza sentimenti. In fondo, la mia emotività esasperata mi piaceva molto. Wow, che sentimenti profondi provavo! Ero in grado di piangere ore e ore, partendo dai miei dolori e allargando il pianto alle disgrazie del mondo intero! Era così romantico...in senso byroniano, ovviamente! Rinunciare a tutto questo? Rinunciare a provare i miei amori totali e assoluti? Per cosa, per una vita grigia? Ma era la mia bellezza...almeno, così mi sembrava...

Alla fine, i ricoveri, le crisi gravi mi hanno indotta a provare a curarmi e a prendermi attivamente cura di me stessa e del mio miglioramento. I risultati sono stati davvero positivi:
- non mi preoccupo più dell'alternarsi delle stagioni (ed è fantastico!);
- seguo il giusto numero di progetti lavorativi ed extra non per pochi mesi ma per tutto l'anno;
- la relazione sentimentale è stabile, non segue i picchi dell'umore, e posso impegnarmi attivamente in essa;
- sono emotiva in modo giusto....né troppo né troppo poco....non ho perso compassione ed empatia ma non mi distruggo per questo;
- ho capito, grazie alla psicoterapia e all'analisi, quanto anche il mio mondo razionale ed emotivo fosse "bipolare", ed ho lavorato moltissimo per cambiarlo cognitivamente ed emotivamente.

Insomma, si può fare! Si può raggiungere uno stato di benessere e di serenità, e vorrei che questo fosse un augurio e una speranza per tutti coloro che soffrono di D.B.

mercoledì 7 gennaio 2009

"Come smettere di fare la vittima e non diventare carnefice"

Ho appena finito di leggere il libro del prof. Giulio Cesare Giacobbe "Come smettere di fare la vittima e non diventare carnefice". Giacobbe, che è stato un mio professore all'università di Genova (per ben due esami), dove mi sono laureata in filosofia, nonché mio correlatore della tesi di laurea, ha un grandissimo pregio: scrive in linguaggio parlato, con un umorismo che, in quanto ligure, capisco benissimo. In Liguria, o sei dotato di senso dell'umorismo e di senso poetico, o emigri, o ti suicidi. Non è un caso che tanti comici e cantautori siano di Genova. Ma non divaghiamo. Giacobbe, quindi, enuncia assiomi e verità psicologiche in un linguaggio alla portata di tutti.
Giulio Cesare Giacobbe è l'inventore della psicoterapia evolutiva, derivata dalla psicosintesi di Roberto Assagioli. Se andate a leggere il suo libro "Alla ricerca delle coccole perdute" - vi consiglio di leggerlo prima di "come smettere di fare la vittima" - capirete cos'è. Lui sostiene che in una persona dovrebbero convivere varie personalità: il bambino, l'adulto, in genitore. Personalità da adoperare, passatemi il termine, a seconda della realtà, della giornata e delle ore. Invece, essere costantemente bambino, adulto, genitore, è una nevrosi, nella definizione data da Freud, quale distacco dalla realtà.
I suoi libri possono non piacere. In genere non piacciono quando si è nevrotici, e quindi si reagisce nevroticamente alle sue teorie. O quando si è ciechi di fronte a se stessi, arroganti, incapaci di vedersi, di riconoscersi, di mettersi in gioco e di cambiare. Perché sono libri veri. Piccole perle di saggezza e di verità. Che possono aiutare ognuno di noi a capire un pezzo in più del proprio puzzle, e a risistemarlo. In più sono godibili....

Se volete saperne di più, questo è il suo sito: http://www.giuliocesaregiacobbe.org/

Ma è meglio, molto meglio leggere....non trovate?

martedì 6 gennaio 2009

Sogni e incubi

Soffro di incubi fin da quando ero una bambina piccola. Ricordo ancora quando urlavo talmente tanto nella notte che mia madre doveva venire nella mia stanza per svegliarmi e tranquillizzarmi. Ma io, per tranquillizzarmi, avevo BISOGNO di raccontarle tutto il sogno, per filo e per segno, e la costringevo ad ascoltarmi...alle 3 di notte...perché, se mi fossi riaddormentata subito, avrei ripreso a sognare proprio quel sogno interrotto dall'urlo.
In queste vacanze di sonore dormite (ossimoro....almeno spero:-)) ho avuto un'attività onirica intensissima. Talvolta sogni sgradevoli, talvolta incubi, raramente bei sogni. C'erano mattine in cui mi svegliavo più stanca della sera prima. Notti in cui vedevo dei fantasy stile "Il Signore degli Anelli". Altre in cui ho visto, in rapida successione, uomini che mi hanno perseguitato (oggi diremmo degli stalkers) per non dire peggio. E andando da uno psicologo lacaniano, anziché freudiano e junghiano, dei miei sogni gli interessa poco o nulla. Meglio: gli interessa l'interpretazione che ne dò io.
Quindi, caro inconscio, cosa stai cercando di dirmi????
Vorrei tanto una notte di riposo, una notte di sogno senza sogni, socraticamente parlando....

sabato 3 gennaio 2009

Accettazione: sì o no....

Una delle parti più faticose del soffrire di D.B. è stata l'accettazione. Per anni ho lottato con i medici, con la diagnosi, con i farmaci. E per anni è stato per me fondamentale essere in psicoterapia, per rielaborare tutto questo.
Eufemisticamente, direi che non è per nulla facile svegliarsi un giorno e, dall'avere un cervello perfettamente efficiente (scusate la modestia), ritrovarsi con un cervello sofferente di una malattia mentale. Ritrovarsi dal non assumere farmaci da anni a prenderli ogni sera, con la prospettiva di prenderli per tutta la vita. Ritrovarsi dall'avere amici all'avere quasi il vuoto intorno (pochi i sopravissuti).
E' stato uno shock immenso. Tutto da rivedere, tutto da riscrivere, da ricostruire. Ci sono voluti anni. Si passa, tutti credo, attraverso varie fasi: la non accettazione, lo sconcerto, la rabbia...per giungere forse alla disillusione, alla crisi successiva, e lentamente all'accettazione.
Restrospettivamente, ho sempre sentito di essere diversa dalle altre persone...ma non pensavo così diversa! Sì, c'erano tendenze che avrebbero potuto far pensare....ma un conto è vedere un film (ricordate Mr. Jones con Richard Gere? Fenomenale!!! Io lo capivo, lo capivo in pieno, e infatti commentai: di uno così mi innamorerei istantaneamente.... gli amici non capirono, invece) o leggere una poesia (quanto mi sembrava romantico Pessoa che scrivere "magari impazzissi del tutto"....ma impazzire del tutto nella realtà, invece, come accade in una forte crisi maniacale, non è per nulla romantico... - lì capii che il poeta è un grandissimo fingitore....), altro conto è gestire nella realtà un disturbo del tono dell'umore.

Non so se ce l'avrei fatta senza la psicoterapia. Per me è stata assolutamente fondamentale, e non concepisco una terapia del D.B. che sia solo farmacologia. Ma questo è un altro discorso.

Il discorso di oggi, invece, è che ogni tanto vorrei svegliarmi sana, guarita, e che tutto questo sia stato solo un lungo sogno, niente di cui doversi preoccupare....niente pastiglie, niente psichiatri (scusi dottoressa, nulla di personale, of course! :-)), niente attenzioni da porre alla propria vita, alla procreazione di figli.....
Lo psicologo me lo terrei, però. Perché la strada che ho fatto con lui è stata la più bella della mia vita, e la più utile sul piano di realtà....