martedì 31 marzo 2009

Cambio di ora, cambio di stagione....

E' arrivata l'ora legale, e sono arrivati i primi scampoli di primavera.

Personalmente, odio l'ora legale. La trovo innaturale, non riconosco la luce, e svegliarsi la mattina è un vero incubo.

In generale, però, il cambio di stagione inverno-primavera è molto difficoltoso e pericoloso per chi soffre di disturbi del tono dell'umore.
Facilmente, può innescarsi una spirale di non equilibrio che conduce ad una crisi ipomaniacale o depressiva.
Di quale tipo, dipendenderà dalle tendenze di ognuno di noi.

Per molti anni, per me l'arrivo della primavera coincideva con una crisi, anche lunga mesi, ipomaniacale. I sintomi:
- aumento del livello di energia
- aumento del tono dell'umore
- maggiore voglia di "fare cose"
- tendenza ad assumermi 20.000 impegni al giorno
- maggiore disponibilità ai rapporti sociali, al dialogo, alle relazioni
- minor bisogno di sonno
- etc. etc. etc.

Poi, negli ultimi anni, primavera iniziava a coincidere con depressione....e quindi...
- ridotto livello di energia
- voglia di stare chiusa in casa
- aumento del bisogno di sonno
- aumento del malumore e della tendenza ad essere pessimisti
- ridotto o aumentato bisogno di cibo
- diminuzione degli impegni
- etc. etc. etc.

Oltre al D.B., esiste una forma di depressione che si chiama "depressione stagionale" e si manifesta quando si alternano le stagioni. Spesso la primavera, con il maggior numero di ore di luce, è una sorta di risveglio dopo la depressione stagionale invernale, ma anche questo non è detto. In questo campo, vive la soggettività! Ognuno reagisce a modo suo...

Spesso anche per chi non soffre di disturbi del tono dell'umore la primavera è un momento difficile: in inverno abbiamo decine di impegni, molte ore di lavoro, e in primavera, quando dovremmo risvegliarci, in sintonia con la natura, siamo stravolti dalla stanchezza e ci trasciniamo....lunghe ore, lunghe giornate con ridotti livelli di energia. In questi casi, una bella cura ricostituente con erbe è l'ideale!

La solita morale: vigilanza costante!

martedì 24 marzo 2009

Farmaci e accettazione

E' un po' che non scrivo ma grazie a Dio e alla Rhodiola non è perché sono stata male. Sono solo stata piena di impegni, quindi il tempo si è drasticamente ridotto.

Ho incontrato qualche persona che soffre di disturbo bipolare e non vuole prendere farmaci.

Anche se, ripeto, non sono un medico, queste sono le mie opinioni da paziente...vita vissuta. Forse è un post ripetitivo....scusate.

Se si soffre della forma chiamata "bipolare 2" o di "ciclotimia" è possibile, secondo me, valutare di vivere senza farmaci. La vita però diventa molto difficoltosa, e si deve mettere in conto di maneggiare almeno una crisi ipomaniacale e una depressione all'anno, spesso in coincidenza con l'alternarsi delle stagioni (facilmente ipomania in estate, depressione in inverno, ma può essere anche l'esatto contrario). Servirà allora un monitoraggio davvero costante, nessuno stress, vita regolare, niente droghe o alcool, 8 ore di sonno al giorno, magari un bravo omeopata, e una psicoterapia (pare molto utile la cognitivo comportamentale) che aiuti a trovare quali eventi e quali reazioni possono spedire in depressione o in ipomania. Spesso anche chi soffre di bipolare 2 non riesce a stare senza farmaci, diventa troppo difficile e troppo faticoso, troppe cose da gestire contemporaneamente. Senza contare che depressione o ipomania possono invalidare l'attività lavorativa, i rapporti sentimentali, la vita sociale....rischi da mettere in conto.

Per chi soffre di "bipolare 1", invece, il farmaco diventa NECESSARIO. Questo perché le crisi sono molto più forti ed intense, e spesso richiederebbero l'ospedalizzazione. Ne avete voglia? Io per nulla. I rischi di cui sopra sono amplificati. Il farmaco, unito a tutti i fattori di protezione, permette una vita regolare. Non grigia né morta, ma regolare, senza doversi preoccupare dell'arrivo delle diverse stagioni o di bere un bicchiere di vino. Come fa chi non soffre di disturbi del tono dell'umore. Il farmaco protegge e permette di affrontare la psicoterapia (da scompensati non è possibile).

Certo, per prendere un farmaco ci vuole ACCETTAZIONE. Bisogna accettare di avere un disturbo del tono dell'umore, pas grave, per carità, anche se nel mentre può sembrare la cosa più orribile che potesse succedervi, perché influisce sul vostro funzionamento mentale, emotivo, cognitivo. Non è semplice, serve un profondo lavoro di rielaborazione...e poi bisogna tirarsi su le maniche e lavorare su di sé, e di concerto con i medici.

Ma si può fare!

mercoledì 4 marzo 2009

L'umore cala....strategie

Da qualche mese sto riducendo, sotto guida e controllo della mia psichiatra, il Lamictal, in previsione di una futura gravidanza. Siamo passati da 200 mg (la mia dose di mantenimento) a 50 mg, la scorsa settimana.

Il Lamictal è un antiepilettico usato come moderatore nell'umore, e pare che protegga soprattutto dalla depressione.

Fino alla scorsa settimana non mi ero resa conto degli effetti dello scalare la dose. Adesso, che sono a 50 mg, sento che l'umore tende verso il basso. Complice anche degli avvenimenti di vita, a cui la mia reazione è la repressione....e quindi la depressione. Quanti one!

Per ora sto cercando, e mi do dieci giorni di tempo, di sopperire all'umore calante con l'attività fisica e le erbe.

Nuoto, danza, kick boxing: ogni giorno vado a muovermi, per attivare le energie del mio corpo e le buonissime endorfine, che tanto bene fanno al nostro umore. Ne sento subito gli effetti, anche se dopo qualche ora l'endorfina attivata cala di nuovo. E poi prendo la rhodiola, un ricostituente psicofisico. Quando nuoto, recito mantra positivi, vasca dopo vasca...mi ripeto che la mia vita è bella, che tutto va bene, che andrà sempre meglio...mi mette in uno stato di trance positivo, è una piccola autoipnosi che mi fa uscire dalla piscina contenta, stanca, serena.

Spero che tutto questo basti. Se non fosse sufficiente, una telefonata e una visita dalla psichiatra si imporranno....la stabilità val bene una mezza pillola!