venerdì 19 giugno 2009

Disturbo bipolare: la malattia dei geni?

Dunque...tra le cosiddette "malattie mentali", il D.B. è forse la sola che non solo toglie qualcosa, ma dà anche qualcosa.

Anzitutto, vorrei precisare che si tratta di una predisposizione cronica ma di una malattia episodica. Sono due cose molto diverse. Un malato di D.B. ha fasi up e fasi down, ma può avere anche fasi, talvolta anche molto lunghe, di normalità.

Inoltre, e qui veniamo al punto, il D.B. dà anche delle cose: una maggiore creatività (scrittura, musica, danza, pittura), una maggiore espansività e quindi capacità di socializzare, una maggiore sensibilità...

Nel suo libro "Toccati dal fuoco" Kay Jamison, una psichiatra americana che soffre a sua volta di disturbo bipolare, ha analizzato le vite di vari geni, dell'epoca attuale e del passato, che soffrivano di disturbo bipolare. Siamo in ottima, in grandiosa compagnia: Beethoven, Chopin, Byron, Silvia Plath, Winston Churchill....

Peccato che, per una persona che riesce ad avere una vita geniale GRAZIE al disturbo bipolare, ce ne siamo almeno 1.000, almeno 10.000 che soffrono...e basta. Che hanno una qualità di vita decisamente non accettabile, che non riescono a lavorare, non riescono ad avere relazioni sentimentali continuate, che si rovinano economicamente....

Ne vale la pena?

Diventa assolutamente fondamentale curarsi e trovare la cura giusta per sé.

Perché, avere una qualità di vita non solo accettabile ma bella è ASSOLUTAMENTE POSSIBILE!

Una qualità della vita che sarà anche migliore di prima. Saremo persone diverse. Saremo forse meno espansivi e meno energici, ma saremo più saggi, più comprensivi, più compassionevoli. Potremo impegnarci in un lavoro senza dover essere licenziati, impegnarci in una relazione senza farla finire con i nostri scompensi, impegnarci nella vita con capacità di avere un progetto e di portarlo a compimento.

Ne vale la pena!