venerdì 28 agosto 2009

Anche le erbe sono un aiuto

Trovo parecchio conforto nell'unire ai farmaci allopatici le erbe, la medicina naturale.
Essendo naturopata, mi prescrivo delle erbe in aiuto a seconda di come mi sento...prima di chiamare la psichiatra, ovviamente.

Ho notato, negli ultimi 4 anni, che questa strategia ha funzionato molto bene (Grazie, Signore, grazie!).

Tante erbe possono essere utili e usabili in abbinamento ai farmaci:

- la rhodiola mette in grado di resistere meglio allo stress e alza un po' la serotonina;
- la passiflora calma, così come la tilia tomentosa
- l'escolzia agisce sul centro del sonno, facendolo venire
- l'eleuterococco dà energia psico fisica, ed è meno traumatico del ginseng

Anche i fiori di Bach o i fiori australiani possono essere molto utili, lavorano sul piano emotivo e quindi possono essere un aiuto notevole per le nostre emozioni ballerine!

Se vi interessa anche questa strategia, trovate un bravo naturopata che conosca però i farmaci che prendete e le eventuali interazioni di queste erbe con i farmaci.

Ad esempio, il famoso iperico, contro la depressione, non può essere assunto contemporaneamente agli antidepressivi....

Solito equilibrismo...ma non lo è la vita intera, un gioco di equilibrismo?

giovedì 27 agosto 2009

Film mentali....DB o no?

Ho appena letto il blog Urlo di Sofia, a cui mi sono unita.

"Sofia", anche lei sofferente di D.B., oggi ha scritto di sue immagini mentali tristi, dolorose, cruente, di sofferenza e morte.

Fanno paio con le mie. A me capita di "perdermi" (come dice il mio fidanzato) in film mentali...basta una frase, e iniziano le fantasie di morte, di dolore, di sofferenza.

Poi mi "risveglio", ritorno nel presente, e mi dico che non è così. Non sono io, è un riflesso dei miei traumi e delle mie paure, talvolta, o un sintomo del D.B. in altri casi, sintomo di cui tengo accuratamente conto per cambiare la mia vita.

Parliamoci chiaro: non è facile gestire il D.B. Non è facile capire quanto è malattia, e quanto siamo noi. Quanto è un sintomo di una crisi maniacale, depressiva, o mista, e quanto è un sintomo di paure e di traumi. Quando chiamare la psichiatra e quando parlarne con lo psicoanalista (consiglio: sempre!).

Non è facile gestire tutto questo, è un atto di magia. Un equilibrismo.

I farmaci, da soli, non bastano. Serve un profondo lavoro su se stessi, di conoscenza e di ristrutturazione.

In anni e anni di psicoterapia e psiconalisi, mi sono resa conto che tutto il mio mondo interiore era "bipolare". Al di là della cultura, dei libri letti e masticati, del "non esiste solo il bianco e nero", la mia vita emotiva era saldamente ancorata al bianco e nero, tutto o niente, estremi altissimi e dolorosi.
Non nego, non nego che tutto questo ad una certà età fosse affascinante! Mi sentivo così viva, così byroniana, così profonda! Ma a che prezzo!

Oggi distinguo....distinguo quello che è realmente mio da quello che è mio ma cambiabile da quello che è un sintomo.

Sofia, stai tranquilla, stare bene si può, cambiare anche!
Vedrai che tante luci si accenderanno nella tua vita!

mercoledì 26 agosto 2009

Psichiatra....medico dei matti?

Ma sì, ammettiamolo, nell'immaginario comune è ancora così: lo psichiatra è il medico dei matti, e si ricorre a lui solo se seriamente disturbati.

Peggio: recentemente un mio familiare stretto ha affermato che lui non andrà mai da uno psichiatra perché non è né scemo né pazzo né cretino.

Ora, io ho risposto candidamente che vado dalla psichiatra una volta al mese da anni, ho due lauree, e non mi sento per nulla scema. E che lui ne avrebbe un gran bisogno.

Ma certo, io non sono pazza o scema, ho solo un piccolo disturbo che con due pastigliette viene tenuto sotto controllo.

Vi chiarisco: il familiare stretto è mio padre. Padre che, durante i miei ricoveri, è scomparso perché "non sopportava" di vedermi così. E che non ha ancora capito e accettato che io non ho un "piccolo disturbo", ma che, secondo il DMS IV, è una psicosi, le più gravi malattie mentali. Padre che, mi aiuta ogni tanto economicamente perché sommerso dai sensi di colpa. E che per due anni ha pagato di tasca propria Zyprexa e Lamictal (e chi li usa sa quanto costino) per non far fare le ricette e non far sapere al medico di cosa soffrivo (da quanto ho preso in mano il tutto io, mi sono fatta fare l'esenzione, cosa a cui chi soffre di D.B. ha diritto, in Italia, e non spendo nulla per i farmaci).

Ok, chi soffre di D.B. non è psicotico in senso stretto, cronico, ma ha crisi psicotiche.
Ma perché non accettare la realtà?

Se oggi sono stabile lo devo ai farmaci e a tutto il lavoro fatto con la psicoterapia prima e la psicoanalisi dopo, lavoro che mi ha cambiato profondamente.

Ma lui non accetta questo fatto. Meglio non pensarci, e pregare "di morire prima che tu stia male di nuovo, non lo sopporterei".

E non accetta neppure di fare una visita, una semplice visita che forse renderebbe la sua vita, e quella di mia madre, più tranquilla. Perchè, lo ripeto, lo psichiatra è il medico dei pazzi e degli scemi.

Siamo ancora a questi punti....notevole, no? Stigma, condanne, classificazioni.
Vergogna!

Vergogniamoci tutti, continuiamo a ghettizzare come nel medioevo chi soffre di patologie mentali, ad allontanarli, a evitarli. Io non dico che sia facile frequentare qualcuno che soffre di patologie mentali, è difficile, richiede alte dosi di cultura e di tolleranza, di affetto e di umanità. Servirebbe che tutti ne sapessimo di più, ma in Italia non ci sono libri che insegnino a familiari ed amici come comportarsi (in America sì, se leggete l'inglese cercate su amazon).

Si nasconde il familiare, lo si segrega, e ci si vergogna profondamente, come fosse un onta.

Siamo ancora a credere che la patologia mentale sia la prima e peggiore punizione per qualcuno che ha peccato contro Dio? (non me lo sto inventando, è scritto nella Bibbia).

giovedì 20 agosto 2009

Incubi

Che io soffra di incubi è una realtà nota. Credo di aver avuto i miei primi, a quanto narra mia madre, a poco più di un anno di età, quando iniziai ad urlare nella notte perché "le formichine mi mangiano i piedini" (una frase geniale dettami nel corso della giornata dalla zia, per convincermi a tenere le calze, mentre ero sul passeggino).

Ho continuato per tutta la vita a soffrire di incubi. E' uno sfogo del mio inconscio, ma anche un gran modo di comunicare (per quanto stressante e poco riposante, dato che la mattina non mi sento per nulla riposata) che mi permette di capire cosa ho dentro, nascosto o meno, consapevole o inconsapevole.

In questi giorni, complice anche l'assunzione di taluni fiori australiani, che evidentemente sono andati a toccare dei traumi (come era nel loro scopo!) ho avuto parecchi incubi, purtroppo!

Uno di questi incubi era di essere di nuovo in piena crisi maniacale: ricordo il cervello impazzito, che correva come un treno, l'accavallarsi di pensieri l'uno su l'altro, la logorrea, le intuizioni deliranti, l'aggressività...e, ad un certo punto, una scintilla di lucidità: sono di nuovo in mania. Devo chiamare la psichiatra!

Tutto questo nel sogno....

Ora, prime e banali interpretazioni:
a) la mania è uno dei miei terrori....per quanto fosse affascinante e seduttivo sentirsi così up, così connessi con l'universo, così speciali, la valutazione costi-benefici pende talmente tanto nel negativo (migliaia di euro sprecati, difficoltà sociali, familiari, lavorative, stress accentuatissimo per il cervello, ricovero, alto dosaggio di farmaci, mesi di scompenso, vergogna posteriore per come mi ero comportata) che senz'altro ora ne ho paura
b) le strategie protettive ormai si sono installate bene nella mia testa! ;-)
mania? chiamare la psichiatra!
c) la psichiatra, che ho visto comunque ieri per la visita mensile, ha suggerito che forse il mio cervello mi stava comunicando che nel tentativo di "guarire" stavo accelerando troppo i tempi.

Interpretazione plausibile. Ogni tanto mi sento talmente tanto preda della voglia di guarire...sono talmente tanti anni che sono in terapia psicologica e in qualsiasi altro tipo di terapia mi risuoni....

Ogni tanto sono così stufa di tutte queste terapie, di non essere ancora in pace, non sentirmi ancora a posto, rendermi conto di avere ancora così tante cose da sistemare, così tanta strada da fare! In quei momenti, se mi dicessero " se cammini per un anno intero 40 km al giorno guarirai completamente", credo che lo farei! ;-)

Ma forse devo anche ridimensionare le aspettative: forse non sarò mai "perfetta psicologicamente", priva di traumi, paure, elementi che risuonano male con il reale....anche se il desiderio c'è, tanto più che lavorando come terapeuta energetica sento come un "dovere morale" l'essere più "pura e pulita" (psicologicamente parlando) possibile.

Ma è reale tutto questo? E' possibile?

Persone pulite psicologicamente...se ci siete, battete un colpo!

mercoledì 19 agosto 2009

"Il giorno in cui mia figlia impazzì"

Ultimo libro trovato "per caso" in una piccola libreria al mare (molto "per caso", dato che nulla succede a caso, e ho il vago sospetto che il libraio compri quei libri perché sa che prima o poi passerò e li comprerò! ;-)) - ps per eventuali lettori psichiatri: non ho una crisi psicotica in fieri, sto semplicemente scherzando e il libraio mi conosce da 20 anni.

Scritto da Michael Greenberg, ed. Rizzoli.
E' la narrazione della prima crisi maniacale della figlia quindicenne scritta, quasi dieci anni dopo, dal padre, scrittore e giornalista.

E' un libro molto godibile...ma per noi che soffriamo di D.B., con un grande limite rispetto ai libri di memorie (Jamison, Duke, Airachi etc etc etc): che non ha vissuto in prima persona la mania, e quindi si lascia andare ad interpretazioni che per lui sono illuminanti (e gli hanno permesso di resistere come un "baluardo contro la malattia mentale" - ovviamente parole sue) ma che fanno dire a chi ci è passato: ma non è vero! non è così!

Comunque, l'apprezzabile sforzo di un padre di descrivere la mania della figlia. Un padre che, ad un certo punto, ha addirittura preso una dose giornaliera di farmaci (strong: Serenase, Depakin) per capire come stava la figlia e si è ritrovato ovviamente "sballato" tutto il giorno.

Un padre che però c'è stato, è stato presente, sia in ospedale che a casa, un padre che ha sostenuto la figlia e non se n'è andato. Non è cosa da poco, come ben sappiamo, il D.B. è doloroso per chi lo vive ma è anche spiazzante per i familiari, che spesso non sanno come comportarsi, come reagire, non hanno i giusti strumenti culturali e personali.

Io preferisco le memorie di chi ha vissuto. Preferisco le narrazioni in prima persona, i tentativi di descrivere l'indescrivibile di chi ci è passato, e sa di cosa parla.

Ma ovviamente, è un libro che consiglio.

Mi spiace per Sally, perché dal libro non sembra che abbia ancora trovato la cura e la dimensione di vita "giusta" per lei. Le auguro tutto il bene del mondo.

lunedì 3 agosto 2009

Solito ciclo....

Che ora conosco ma che non sono ancora riuscita a risolvere: rabbia - repressione - depressione.

Ora che so dare un nome a quello che sento dentro di me, ho visto e toccato che posso essere pozzo di una rabbia atavica, profonda, immensa.

Ed ora è stata scatenata da una grave scorrettezza da parte di taluni "familiari" (parenti serpenti, davvero) nei confronti di mia madre. Scorrettezza e ingratitudine, dato che mia madre è sempre stata oltremodo disponibile e pronta a dispensare favori e assistenza verso quei loschi, putribondi individui. Che schifo!

Quindi ingiustizia, qualcosa che mi fa schiumare. Nonostante il mondo ne sia pieno, tutte le ingiustizie mi suscitano sentimenti profondi.,

Che rabbia! Li avrei strozzati tutti! Forse sono un altro sofferente di D.B. può capire di che genere sia la rabbia che sentivo dentro...talmente tanta che impressionava persino me.

Certo, avendo studiato filosofia e diritto, ed avendo quindi una forte etica e una forte morale, nonché una vasta conoscenza delle norme penali, mi sono trattenuta.

Ma non riesco ancora a tramutare la rabbia in qualcos'altro...creatività, magari.
No, la reprimo solo, fortissimamente, e quindi il giorno dopo sono depressa.

E' già tanto riconoscerla e sentirsi in diritto di provarla. Mi era anche successo che , poco dopo la diagnosi, mi fosse inibita qualsiasi espressione emotiva intensa...tutti segni di patologia, per cui chiamare subito la psichiatra. Non è successo anche a voi? Ad alcune mie amiche sì.

Atroce, no?

Siamo umani, con in potenza tutte le manifestazioni psichiche ed emotive dentro di noi.

Ma voglio, voglio fortissimamente risolvere il ciclo perverso....