venerdì 18 settembre 2009

Qualità della vita

Alla fine di ogni pensiero, di ogni dubbio se curarsi o no, di ogni conclusione e di ogni teoria, quello che conta è la qualità della vita che si riesce ad ottenere. Con i farmaci o senza.

Molte persone malate di D.B. si rifiutano di prendere farmaci con il timore che essi influiscano sulla creatività, sulla gioia di vivere, sul carattere etc.

E' un argomento serio e sarebbe da dipanare per ore. Diciamocelo: quante sono le persone per cui la creatività è, che so, uno strumento di lavoro? Pochissime. Quante altre si sentono "solo" bene nell'iperenergia e godono nel sentirsi supereroi, senza rendersi conto di essere psicotici? Credo tantissime, infinite.
Per una persona che soffre di D.B. ed è famosa (facciamo due nomi? Britney Spears e Sinead O'Connor, probabilmente), ce ne sono centinaia di migliaia che soffrono e basta.

Chi siamo? Quali parti di noi sono "nostre" e quali parti sono dovute alla malattia? Ce lo siamo mai chiesti? Credo sia una domanda fondamentale, nel bene e nel male.

Ma anche curarsi può avere effetti collaterali spiacevoli. Non è facile trovare la cura, la molecola giusta per sé, e, cammin facendo, si possono sperimentare, tra gli altri:
- un aumento di peso abnorme
- stanchezza, letargia, incapacità di funzionare normalmente sul lavoro
- calo di tono dell'umore
- perdita di piacere nelle attività quotidiane
etc. etc. etc.

Potremmo tutti fare un lungo inventario. Alla fine, credo che quello che debba guidare tutti noi sia la NOSTRA QUALITA' DI VITA.

- NON E' ACCETTABILE PRENDERE 20 KG
- NON E' ACCETTABILE PERDERE PIACERE IN OGNI ATTIVITA'
- NON E' ACCETTABILE RIUSCIRE A LAVORARE SOLO DUE ORE AL GIORNO
- NON E' ACCETTABILE PIANGERE SEMPRE E NON AVERE SPERANZA

Non accettiamolo! Stare bene si può!!!! Se un farmaco non funziona, dopo qualche mese parlate con il vostro psichiatra e provatene un altro. Continuate a provare.

Quello che, parallelamente, è consigliabile fare, è lavorare su noi stessi con l'aiuto di un bravo psicoterapeuta per vedere, capire e ricostruire se stessi. Non lasciandoci più irretire dalla seduzione del male, dell'eroico, dell'estremo. Rendendoci conto che se siamo senza speranza è un sintomo della depressione e non la realtà. Capendo cosa è nostro e cosa è un sintomo. Accettando di mettere in atto strategie protettive e quindi di cambiare vita: non più supereroi ma persone che devono dormire, non essere stressati, non bere eccessivamente, stare attenti ai fusi orari o alle nottate in piedi, stare attenti ai farmaci.

Stampiamocelo in testa: NEVER GIVE UP!

NON ACCETTIAMO una vita a metà!