giovedì 7 ottobre 2010

Giorgio Nardone: "Gli errori che le donne commettono (in amore)"

Rieccomi....
cinque mesi senza scrivere....e rileggendo gli ultimi post che ho scritto, mi viene da pensare che sia cambiato molto poco.

Ho sempre problemi con l'espressione della rabbia.

Ho continuato a fare EMDR, e confermo la positività.

Domani avrò la prima seduta di bioenergetica, per provare se, passando dal corpo, possiamo smuovere ed esprimere rabbia ed energia.

Però non sono stata ferma, anche perché non credo sia possibile rimanere fermi nella vita: o progredisci o regredisci. Tertium non datur. Ogni giorno della vita.

Se mi guardo indietro, anche di tre mesi, vedo sempre più stabilità, sempre più maturità, una visione del mondo e di noi occupanti sempre più allargata...e questo è un bene.

Volevo consigliarvi un libro che ho letto recentemente, di Giorgio Nardone.
Nardone, psicologo e psicoterapeuta della scuola di Palo Alto, ed inventore della terapia strategica breve, analizza in questo semplice e gradevolissimo testo molti degli schemi comportamentali (nevrotici, dico io) che le donne mettono in atto in amore: la crocerossina, la salvatrice, la dilagante, l'entusiasta.....

Ce n'è per tutti i gusti e per tutte le fantastiche realtà....

Scommetto che molte di noi troveranno pane per i propri denti....come quando da bambini ci si scambiava le figurine con gli amici: ce l'ho, ce l'ho, manca.....

La notizia positiva è sempre una: cambiare si può!
Never give up....

venerdì 14 maggio 2010

Scegliere lo psichiatra /lo psicoterapeuta "giusto"

Voglio riscrivere su questo argomento perché credo che sia davvero importante.
E' fondamentale avere un punto di riferimento solido e importante.
Vediamo insieme le caratteristiche di un buon psichiatra o psicologo:
- deve ovviamente conoscere molto bene la sua materia, meglio se ha esperienza precisa di repartini psichiatrici e quindi di D.B.
- deve essere UMANO, ovvero capire noi e le nostre esigenze e i nostri traumi e la nostra vita, senza sminuire effetti collaterali di farmaci, cambiamenti di vita e altro - LA QUALITA' DI VITA E' FONDAMENTALE!
- deve essere facilmente reperibile e contattabile. Eviterei i grandi nomi che non si fanno mai trovare, se vi sentite male avete bisogno di trovare qualcuno SUBITO! Avete mai provato la dilatazione del tempo che danno l'ipomania e la depressione? 5 minuti sembrano 2 ore. Per quanti SECOLI volete star male aspettando di trovare il mega primario che vi ha in cura?
- deve esservi simpatico. Ovvio, non ci andrete a cena o in vacanza insieme, ma andare da qualcuno che vi ispira repulsione o antipatia e raccontargli gli intimi recessi della vostra anima, lo vedo davvero un controsenso.
- deve stabilirsi un transfert empatico. E' bene che sentiate fiducia verso di lui, è bene che vi sentiate accolti, capiti, sostenuti. E' bene che lui vi accolga con un sorriso di simpatia.
- last but not least, deve essere in una zona comoda per voi. Logisticamente, quindi facilmente raggiungibile. Eviterei spostamenti di centinaia di chilometri, possono andare per una visita singola, ma se vi troverete a fare centinaia di chilometri ogni mese presto vi verrà una fatica assurda, con conseguente abbassamento della compliance e della voglia di curarsi.
Ora, tanti psichiatri non sono umani. Sono ottimi farmacologi, magari, ma non sono empatici e non sanno provare simpatia per i pazienti. Volete essere in cura da qualcuno così? Fatti vostri. Io non ci andrei, non per una materia così delicata.
Non è facile trovare professionisti del genere. Non è detto che li troviate al primo colpo. Cambiate, senza pudore e senza vergogna. Non vi siete sposate un medico se ci siete andati un po' di tempo. E' un professionista che pagate per il suo servizio, o che lo Stato vi mette a disposizione (e lo pagate con le vostre tasse). E quindi avete tutti i diritti di cambiare se non vi trovate bene.
Sconsiglierei anche di sentire troppe campane, come di mantenere in piedi troppi rapporti terapeutici.
Conosco persone che vanno da uno psichiatra, poi lo cambiano, una, due volte, poi tornano dal primo, poi rivanno dal secondo.
Mi rendo conto che quando si sta male e si continua a star male si andrebbe anche a piedi a Santiago di Compostela se servisse a far sparire la depressione, ma non è una buona tattica.
Signori, i farmaci sono quelli che sono. Non è che cambiando medico vi tirerà fuori la pilloletta magica. Non esiste. Scegliete un medico e fidatevi di lui, magari cambiate farmaco...o medico...ma uno per volta.
Ricordo come un incubo la mia ultima crisi, nel 2005, quando per due mesi fui seguita contemporamente da 3 psichiatri: la mia psichiatra privata, lo psichiatra dell'ospedale, la psichiatra del centro di zona. Ora, a parte il numero di visite da film, nessuno osava fare un passo senza sentire gli altri due. Ma chiamandosi non si trovavano. E non si ricercavano. E io continuavo a star malissimo e ad implorare uno Zyprexa che nessuno voleva ridarmi senza sentire gli altri. Ma, ripeto, nella dilatazione del tempo della mania le loro due ore valevano, per me, come tre giorni....finché, subito dopo, non scelsi la mia psichiatra privata, dicendo tanti cari saluti agli altri.
Meditate....

venerdì 23 aprile 2010

Corenergetica per la rabbia?

Non sono mesi molto prolifici per il blog....forse sono troppo impegnata a vivere per avere anche il tempo di scrivere, diciamo così.

Considerato anche che metto sempre in moto strategie autoprotettive, cercando di dormire sempre almeno 8 ore, di non lavorare la sera al pc (il cervello la percepisce come luce solare e non innesca il ciclo del sonno), è arduo trovare il tempo....

Comunque: no surprise se vi dico che sto sempre cercando di fare i conti con la mia aggressività repressa e con la mala gestione della rabbia (a cui segue un down profondissimo).

Tra le tante altre cose, comunque, ma di questa mi rendo conto bene perché il down è talmente forte che mi sento come se mi avessero preso a pugni...e so che dovrei ringraziare il mio inconscio ed i miei meccanismi automatici che mi prendono a pugni!

Mi hanno parlato della corenergetica....bene, mettiamola in curriculum e proviamo anche quella!

Senz'altro il corpo è un grande veicolo di espressione, purificazione, e quindi di miglioramento...vi terrò informati anche su questo!

lunedì 8 marzo 2010

Abilify...il nuovo antipsicotico atipico per il D.B.

Alcuni amici miei stanno sperimentando l'Abilify.

Io, dopo aver atteso con estrema partecipazione che anche in Italia venisse approvato come cura per il D.B., ho deciso di non farlo, quantomeno per ora.

Dunque, l'Abilify fa parte della classe degli antipsicotici atipici, come lo Zyprexa e il Risperdal.
Rispetto a questi ultimi, pare non avere effetto sull'aumento di peso, anzi, in taluni casi potrebbe anche far dimagrire, e pare essere più attivante. Ovvero, dovrebbe rendere meno grigi e più vivaci, attivi, partecipi!

Tra gli effetti collaterali, però, potrebbero esserci degli "effetti extrapiramidali", ovvero agire sull'equilibrio o sulle clonie (braccia e gambe che scattano).

Effetti da me già sperimentati con altri farmaci e non esattamente graditi. ;-)

Quindi, per quanto la cura con Zyprexa mi costringa ad una dieta pressoché perenne e ad avere un contacalorie inserito nel cervello e perennemente "on", ho deciso di rimanere con Zyprexa.

Grazie al cielo, non ho effetti collaterali strani, a parte l'aumento di peso. Il mio equilibrio è ottimo, la mia coordinazione pure. Grazie al cielo, non sono grigia ed ho una vita piena e divertente, ricca di interessi ed emozioni.

Ma sono molto contenta che ci sia un farmaco, un'arma in più a disposizione....

lunedì 22 febbraio 2010

DSM e Psichiatria sul D.B.

DSM: Diagnostic and statistic manual of mental disorders.

Ovvero: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. La Bibbia per gli psichiatri, il sacro testo di riferimento. Cercate una malattia o un sintomo? Ma certo, si va a cercarlo sul DSM...IV attualmente, anche se da anni si attende il V.

Certo, se ci basiamo sul DSM IV e su una certa parte della psichiatria corrente, chi soffre di D.B. è praticamente rovinato, condannato, ostracizzato dalla vita...il D.B. è una psicosi, come la schizofrenia, con tutto quello che ne consegue e di cui parlavamo la volta scorsa.

Ma è proprio così? La diagnosi è ineluttabile? La condanna è a vita????

Essendo parte in causa, ovviamente rosico a certe definizioni e certi incapsulamenti.

Certo, il D.B. può avere delle CRISI psicotiche, ma non è una psicosi continua.
Non si ha perdita di materia cognitiva, in genere.
In genere si torna ad uno stato di eutimia perfetto o normotipico, comunque, si conduce una vita normale, con un lavoro, affetti familiari, affetti sociali etc.
Si ha una "predisposizione cronica" alle crisi, ma non si è in crisi continua.

E quindi, quando mi sento classificare come psicotica, rosico.

Mi inquietano anche un po' gli psichiatri biologisti, con le loro teorie geniche e i loro psicofarmaci....e il ruolo della psiche sul corpo, dove lo mettiamo? I biologisti considerano il D.B. somatopsichico, ovvero dal corpo....questo fantomatico gene che non va...arriva sulla psiche....ma il ruolo psicosomatico? Dalla psiche al corpo?

Credo che le due cose non possano essere scollegate. Come un disequilibrio nei miei neurotrasmettitori può influenzare le mie emozioni, se ho emozioni e pensieri più stabili questo dovrebbe anche influire sulla stabilità dei neurotrasmettitori, no?

Conosco un sacco di persone "normali" che hanno molti più problemi di me e, non avendo fatto tutto il percorso psicologico-psicoanalitico che ho fatto io, sono immersi in questi problemi.
Conosco parecchi malati di D.B. che hanno vite piene ed appaganti.
Ma ne conosco anche altri che hanno vite rovinate....resistenti ai farmaci, crisi frequenti, vite davvero pesanti.

Allora sto zitta. Mi dico "quanto sei fortunata, e quanto sei stata brava" ed evito di fare battaglie di principio, discutendo ed accalorandomi.

A che servirebbe? In Italia a pochissimo....anzi, forse a proibirmi alcune strade....a farmi classificare e catalogare...no, grazie!

mercoledì 10 febbraio 2010

D.B.: dirlo o non dirlo?

Questo è un argomento molto scottante e molto vivo in Italia: dire o non dire ad amici, conoscenti, datori di lavoro che si soffre di D.B.?

Qualche anno fa avrei detto "Sì", senza dubbio, duri e puri.
Anche complice la lettura di parecchi libri di autori americani....ma l'America fa storia a sé nel D.B: ne soffrono 5 milioni di persone, è molto studiato, molto capito, diciamo che fa quasi "Curriculum", soffrire di D.B.! Una chance, uno skill in più, per dirla all'americana.

Gli esempi non mancavano: Jay Jamison, nel suo libro "Una mente inquieta", narra di quando, arrivata in un nuovo ospedale, lei, medico, si pose il problema se dirlo o non dirlo al suo primario. Alla fine, seppure molto titubante, scelse per il sì. Quando, palesemente nervosa, lo disse al primario, lui rispose: "Dovessi licenziare tutti i colleghi che soffrono di D.B., non mi resterebbe quasi nessuno!".

Julie Fast, l'autrice delle Health cards e autrice del blog bipolar happens, sul suo essere bipolare ha costruito la sua vita e la sua fortuna: libri su come gestirlo, come maneggiarlo, come vivere bene con, trasmissioni radio, programmi televisivi, etc. Non con lo sguardo medico ma con lo sguardo del paziente, un paziente che non tollerava i farmaci e che si è dovuto ingegnare per sopravvivere.

In Italia? Altro mondo. In Italia consiglio caldamente di NON dirlo.

Potreste trovarmi di fronte, comunque, ad una o più delle seguenti alternative (a me ne sono capitate parecchie).

- la più diffusa è una ignoranza colossale su cosa sia il D.B. Anche quando si ha un vago sospetto di cosa potrebbe essere, viene assimilato alla schizofrenia, ai disturbi di personalità, allo sdoppiamento di personalità. Comunque ad una malattia mentale grave che fa di voi essere imprevedibili ed incontrollabili.

- stigma sociale. Figlio, tra le altre cose, dell'ignoranza, ma non solo. Ricordate? Malati mentali gravi cronici incontrollabili imprevedibili ingestibili: come potete essere buoni collaboratori, buoni amici, buoni fidanzati? A questo si somma la paura: la malattia mentale è ritenuta qualcosa che capita "ad altri", mai a noi stessi, qualcosa da sfuggire...finché non capita anche a te!

- battute sull'assunzione di farmaci. Come ci fosse qualcosa di divertente! Ma anche lì, se non ci sei passato serve una grande capacità empatica, cosa che pochi hanno e ancor meno vogliono sviluppare, per capire cosa significhi.

- capi che sbolognano alla prima occasione utile. Sempre figli del punto 1 e 2. E pazienza se una certa maggior energia ipomaniacale fino a due giorni prima era stata utile, molto utile, da sfruttare.

- amici che scompaiono, fidanzati idem. Come sopra.

E questo è solo quanto è successo a me. Chissà quante ne sono successe a voi.

Io non mi vergogno assolutamente di soffrire di D.B., e sono molto fiera di me stessa. Di come l'ho gestito, di come ho cercato di ricostruire me stessa, di tutto. La malattia mi ha portato a fare una strada e l'ho percorsa, e oggi vedo i cosiddetti "normali" con molti, molti più problemi di me: vite meno soddisfacenti, relazioni catastrofiche, rassegnazione...lasciamo perdere.

Non sono però più disposta a pagare prezzi inutili. E quindi dico: NON ditelo.

lunedì 8 febbraio 2010

E.M.D.R.: funziona!

Mi rendo conto che ho dei ritmi di scrittura davvero bradipeschi, in questo periodo...potete chiamarmi SID! ;-)

Sono molto, molto felice di dire che la E.M.D.R. funziona....funziona davvero!

In una sola seduta siamo riusciti a far andare via paura e dolore...è stata una seduta molto intensa, subito dopo mi sentivo infinitamente stanca, ed ero anche un po' scettica...tutto qui?
Ma, ora che sono passati dieci giorni, devo dire che funziona.....

Intanto, la mia testa è occupata da tante cose: figlio sì, figlio no, andrà bene, starò male, perché lo voglio, sarà un desiderio vero etc etc etc.

Talvolta invidio le copulazioni libere di chi non deve preoccuparsi di tutto questo...ma sarà poi meglio? Delle mamme che conosco, poche, pochissime mi piacciono davvero...le altre mi fanno pensare: bbbbbrrrrrr....da brividi!

Ripeto: per ora sono tanto meditabonda, per di più impegnata in tanti progetti, quindi la testa vaga, vaga....per ogni dove tranne che sul blog....

chiedo venia ai miei lettori fissi....

venerdì 22 gennaio 2010

M.D.R.: e il dolore se ne va....

Ed eccoci nel 2010...anno nuovo, decade nuova, tecnica nuova.

Una tecnica particolare, che promette di far svanire paure, traumi, dolore.
Non che vengano cancellati dalla memoria, niente di ciò..."semplicemente" svanisce il dolore ad essi associato.

Si chiama E.M.D.R., Eyes movement desensitization and reprocessing, ed è nata come cura per il disturbo da stress post traumatico. Da questa specifica patologia, si sta estendendo...

E comunque, alzi la mano chi non ha subito qualche trauma!!

Per ora ho fatto una sola seduta, quella di approccio, e lunedì prossimo avrò la seconda....

Spero, spero davvero che possa essere una strada per risolvere taluni traumi pesanti che mi porto dietro...vorrei tanto essere serena e tranquilla.

Questo è il sito: www.emdritalia.it

La tecnica deve essere svolta ESCLUSIVAMENTE da psicoterapeuti e/o psichiatri abilitati (e lo trovo corretto, devono essere in grado di gestire quanto riemerge):

Ancora on the road.....