lunedì 28 maggio 2012

Farmaci sì, farmaci no, farmaci forse, farmaci quando

Piccola premessa: credo che la strada di ognuno sia assolutamente individuale, soggettiva, particolare.
Credo tuttavia che in questa strada ci siano fermate fisse, direi quasi tappe, più o meno obbligate, nelle quali più o meno tutti passiamo.

Una di queste tappe riguarda i farmaci.

Ora, io conosco svariate persone che soffrono di disturbo bipolare, di depressione, di ansia, di schizofrenia, di attacchi di panico....e pochi, pochissimi sono felici di prendere i farmaci.

Quasi tutti (un buon 98 %) ODIANO PRENDERE I FARMACI.
Lo odiano, non lo sopportano, si vergognano, lo nascondono, non vedono l'ora di smettere...e talvolta, mannaggia, smettono di propria volontà, troppo presto, troppo in fretta, creandosi un DANNO ENORME (ricadute, crisi ancora più gravi etc. etc. etc.).

Salvo il 2%, di persone in genere con disturbi lievi, un po' di ansia di qua, un po' di insonnia di là, che ben felici di avere a disposizione benzodiazepine e compagnia cantante e di stare bene con qualche goccia e una pillola, li prendono volentieri e ringraziano le case farmaceutiche.

Ora, io non sono mai stata una FAN dei farmaci.
Avessi potuto scegliere un'altra vita, avrei scelto una vita senza malattia mentale e senza farmaci, senz'altro.

Ma visto che la malattia mentale ha fatto capolino nella mia vita, e in modo grave e serio, sarebbe stato di UNA STUPIDITA' COLOSSALE rifiutarmi di prendere i farmaci e condannare me stessa e la mia famiglia all'inferno in terra.

Ho sentito persone dire: pensavo fosse il mio carattere, mi hanno detto che è una malattia, ma io mi tengo il mio carattere e smetto di prendere farmaci.

Ora, ognuno faccia e fa quello che vuole della propria vita.

E' un discorso che conosco bene. Conosco bene quanto l'energia dell'ipomania o della mania possano MANCARE...ma come, io che ero così brillante, così esuberante, così piena di energia, con emozioni così travolgenti che mi facevano sentire un eroe byroniano...una malattia?

Poi mi sono seduta a tavolino. Ho messo sulla carta i vantaggi e gli svantaggi che mi davano, rispettivamente, la malattia e la vita con i farmaci.

Nei miei conti, la vita con i farmaci ha stravinto, alla grande.

Perché mi ha dato la stabilità, che mi ha permesso di avere una vita equilibrata, che mi ha permesso di avere relazioni equilibrate, che mi ha dato la forza e la capacità di entrare in psicoanalisi, che mi ha permesso di ricostruirmi e imparare a non essere bipolare, che mi ha permesso di vivere BENE E SERENA, che mi ha permesso di incontrare l'uomo giusto, che mi ha permesso di sposarmi, etc. etc..

Vi ho fatto una specie di "fiera dell'est"...ma è la realtà.

Certo, all'inizio ci si sente grigi, ottusi, e la reazione più comune è: ma voi normali siete così? Vivete così? e io dovrei accettare questo???? ma voi siete matti!!

In realtà, non solo superata la fase critica il dosaggio diminuisce e non si è più grigi, ma, poco alla volta, le emozioni ritornano.... e non sono emozioni patologiche che attraversano e se ne vanno...sono emozioni nuove, vive e sane, che possono fare massa ed esperienza....

E poi, attualmente, credo che sia un modo ASSOLUTAMENTE NECESSARIO DI CURARSI.

è la triste e dura realtà....

Riusciremo a farci i conti??