sabato 23 giugno 2012

Senza fine???

Talvolta sono stanca, così stanca...mi sembra che la strada per diventare un individuo libero, anzi, "normale", senza troppi dolori, sia senza fine.

Ripulisco e integro, integro e ripulisco, e salta sempre fuori qualcosa.

Qualcosa che fa male. A me, mica al resto del mondo. Il resto del mondo se ne frega.

Quasi sconfortante.

Poi penso a quanto ho già fatto, una strada lunghissima, passi grandi, grandi cambiamenti, e tutto ciò mi comforta.

Se sono riuscita già a ribaltare la mia vita, il mio modo di pensare e di sentire, riuscirò anche a ripulire quello che ancora mi danneggia e ad integrare quanto, ancora oggi, continua a essere poco disponibile.

Ma che fatica!

Solo chi ci è passato sta di cosa sto parlando.

Gli altri, come al solito, non possono neppure immaginare.....


giovedì 21 giugno 2012

Il vero problema....

Non è chi si cura.
Non è chi accetta di avere un problema, una malattia e cerca il modo per risolverlo.
Non è chi si prende la responsabilità etica della propria vita e del proprio impatto sul mondo.

Il vero problema è chi non fa tutto questo. Chi lo rifiuta. Chi punta il dito sempre verso gli altri, colpevoli di tutti i mali del mondo, senza rendersi conto delle tre dita che puntano contro di sé (provate, e vedrete che è così).


Questo è il vero problema, che rende faticosa la vita ed i rapporti.

Io forse oggi ho il dentino avvelenato, proprio quello giù in fondo, ma sono riflessioni che mi accompagnano da moltissimo tempo.

I disturbi mentali, i disturbi di personalità, le nevrosi, le ansie,  il disturbo bipolare, la depressione, sono molto più diffusi di quanto si creda.
Ma pochi arrivano a pensare e ad accettare che il problema sia in loro e cercano un aiuto.
Meglio,  e più facile, pensare che il problema siano gli altri, il mondo crudele, il governo ladro, il prossimo egoista e approfittatore.

Quando ho iniziato la psicoterapia ero così entusiasta che avrei mandato in terapia il 100% delle persone che conoscevo.

Come fanno, mi chiedevo, come fanno gli altri a campare senza risolvere i traumi, le angoscie, le ombre che si portano dietro? Come fanno a vivere e a far vivere male, scaricando tutto sugli altri??



Poi ho capito che pochissimi osano farlo.


Purtroppo la mancanza di responsabilità personale oggi è la più diffusa delle malattie.


Tanto, così fan tutti, è il pensiero.

E allora perché sprecare tempo, soldi, fatica e dolore per fare un passo di più?


La risposta ve la faccio dare da Indro Montanelli (bipolare anche lui, per chi non lo sapesse): Se è per chiudere gli occhi senza aver saputo di dove vengo, dove vado, e cosa sono venuto a fare qui, tanto valeva non aprirli. 

mercoledì 20 giugno 2012

Gravidanza: la mia scelta

Avevo scritto già sul blog di quanto l'argomento gravidanza sia da valutare attentamente per chi soffre di D.B. Gli scompensi possono essere dietro l'angolo, con conseguenze gravi per la mamma, per il bambino, alla fine per tutta la famiglia.


Avevo fatto, anni fa, una visita con l'équipe che segue le gravidanze a rischio. Consapevole di quanto sarei andata incontro. Ad esempio, per noi niente poppate notturne: sarebbe stato indispensabile prendere una tata notturna per almeno 6-9 mesi dopo la nascita.

Col tempo, mio marito ha perso la voglia di diventare padre. "Amour, stiamo tanto bene!".

Certo, noi ormai siamo due persone di mezza età. A tutte le considerazioni già fatte, si aggiunge anche che nessuno di noi due ha vent'anni, quindi le energie sono inferiori, la vita è strutturata.

Insomma, alla fine la mia, la nostra scelta è stata di non avere bambini, di non provarci neppure.

Certo, i miei piani da adolescente erano diversi. Ma tutti i miei piani da adolescente si sono rivelati irreali! Di certo, non avevo previsto neppure il disturbo bipolare (chi lo prevede, mi chiedo? forse figli nipoti di altri pazienti hanno una vago sentore...ma la forte speranza che non capiti anche a loro).

La mia vita non è andata come avevo previsto, ma è la mia vita, e va bene.

Non è stata una rinuncia atroce. Avendo speso molti anni in relazioni sentimentali infelici, ormai tra i miei progetti un marito ed un figlio erano in ennesima posizione, non ai primi posti.

Avevo impostato la mia vita sugli studi, sugli interessi, sul lavoro, sugli amici. E ringrazio di non aver mai fatto della maternità un totem, una conditio sine qua non senza la quale non sentirmi donna.

Io mi sento donna, anche senza figli. Il mio dare è comunque presente: con i familiari, con le amiche, con gli animali, con la disponibilità.

La mia creatività è comunque presente: con le poesie, la danza, i libri.

Non mi sento menomata.


Ogni tanto affiora una sottile mancanza, un "sarebbe stato bello", ma posso gestirla, mi tocca lieve e se ne va.

Come dicono gli americani: if life gives you lemons, make lemonade (se la vita ti dà limoni, fai la limonata).

Credo di aver fatto una bella limonata con i  limoni che la vita mi ha dato, e aggiungendo un po' di zucchero è anche diventata gradevole.

martedì 19 giugno 2012

Perché curarsi, in fondo??

Sento più spesso di persone che stanno male e scelgono di non curarsi. Taluni arrivano a provare i farmaci e li rifiutano (perché rendono grigi, perché non sentono emozioni, perché i farmaci fanno schifo, perché fanno ingrassare, i soliti discorsi che abbiamo fatto tutti), altri non prendono neppure in considerazione l'ipotesi che il loro carattere così estroso non sia un'eccentricità ma una malattia.

Ora, potremmo parlare per anni sulla normalità (chi lo sa cosa sia....), sulla malattia, sulla vita moderna così stressante, ma la domanda che mi sono fatta e che faccio a voi è: cosa volete dalla vita? Cos'è per voi vivere?

Questa la domanda base... io ho sempre voluto STARE BENE, ESSERE FELICE, e questo mi ha salvato.
Mi ha permesso di tirare fuori coraggio, consapevolezza, forza, di affrontare questa malattia in quello che, per me, è stato il migliore dei mondi.

Ho anche sempre voluto RISPETTARE LE PERSONE che mi stanno vicino; non avrei mai potuto accettare di essere un peso o di essere causa di dolore e di stress.

Ho sempre cercato di MIGLIORARMI, come persona, come individuo, come entità umana e spirituale. Il che, tradotto, significa curare le proprie ferite ed i propri traumi, cercare di integrare quanto non lo era, accettare di curarsi.

Io non sono mai stata una fan né dei farmaci né dei medici, la mia formazione è diversa.
Li ho rifiutati, ho contestato, discusso con i medici, ne ho provati svariati, facendo di me stessa la mia stessa cavia, prima di accettare quelli che, sommati i pro e i contro, mi davano la qualità di vita migliore.

Capisco il rifiuto, capisco lo smetterli, ci siamo passati tutti. 
PASSATI...il che significa che tante persone che conosco prima o poi si sono dette: PERCHE' DEVO CONTINUARE A SOFFRIRE, A FAR STAR MALE ME STESSO E LA MIA FAMIGLIA, A SPERPERARE DENARO, A PERDERE IL LAVORO, A FAR FALLIRE RELAZIONI?

La soluzione esiste, basta cercarla.


Oggi, vivaIddio e la ricerca, non siamo più negli anni '50 del secolo scorso, nei quali o litio o nulla.
Oggi tantissimi farmaci sono stati studiati per il disturbo bipolare, e funzionano.
Basta avere la voglia e la pazienza di dire allo psichiatra: con questo farmaco non mi trovo per nulla bene. Possiamo provarne un altro?

Se errare è umano e perseverare diabolico, penso che la scelta di continuare a star male sia davvero stolta, priva di senso. Siginfica condannare se stessi e chi ci sta vicino all'inferno in terra... non ne avete già passato e fatto passare abbastanza? Cos'avete ancora da espiare??

lunedì 11 giugno 2012

Lamictal

E' un antiepilettico usato come moderatore dell'umore; la sua azione è proteggere soprattutto dalla depressione, mentre pare non sia altrettanto protettivo nei confronti dell'ipomania e della mania.

Anni fa, feci delle visite pregravidanza (avevo questa intenzione, ma poi io e mio marito abbiamo cambiato idea), nelle quali mi dissero che il Lamictal era potenzialmente molto dannoso per il feto (il litio sarebbe il farmaco "ideale").

Provai a sospenderlo, andò bene per qualche mese, poi mi sentivo l'umore un po' basso e tanta voglia di piangere.... d'accordo con la psichiatra, iniziai a riprenderne 25 mg.

Beh, anche una dose così minima (l'effetto terapeutico dovrebbe iniziare dai 100 mg in su) su di me funziona...il mio umore ritorna a livelli normali.

Ora, mi chiedo spesso se io sono ormai abituata alla normalità, così tanto che non sono più in grado di rimanere nella tristezza e nella depressione.

Non credo sia questo.

Mi chiedo anche cosa 16 anni di farmaci antiepilettici presi da bambina per aver avuto le convulsioni febbrili (con febbre a 41,5°....ma visto che c'era un cugino epilettico meglio essere cauti! - lascio a voi ogni commento, è una vicenda assurda) abbiano fatto alla chimica del mio cervello.

Magari l'anno abituato a certe sostanze. Magari soffrivo di disturbo bipolare da bambina e curandomi con i farmaci epilettici mi curavano anche per il disturbo bipolare. Magari non avrei dovuto prendere quei farmaci e avermeli dati per così tanti anni mi ha fatto molto più male che bene.

La storia non si fa con i se o con i magari, non è possibile. Sarebbe stata un'altra storia, un'altra sliding door, che non è stata.

Restiamo nel reale e affrontiamolo.

Di certo, so che tante persone che soffrono di disturbo bipolare oggi assumono il lamictal e si trovano bene. La sorella di un mio amico, che con il litio era ingrassata moltissimo, prendendo poi il lamictal riuscì a dimagrire molto.

Io spero di arrivare ad un giorno in cui mi sentirò "guarita", lo sarò e potrò stare senza farmaci.

Per ora, cerchiamo di fare il meglio che possiamo.

venerdì 8 giugno 2012

Guarigione con le parole, guarigione con i farmaci

Ieri stavo rileggendo un libro di Daniela Abravanel, studiosa di cabalà, e ho trovato una storia che mi ha fatto riflettere.

Capitolo 9, protagonista Israel Ba'al Shem Tov (il mistico fondatore dello chassidismo). Vi faccio un riassunto della storia. Il Ba'al Shem Tov passò tutta la sua gioventù a studiare la Torah, la cabalà, la medicina, i poteri delle erbe.
Iniziò a curare le persone, sia ebree che non ebree, tramite rimedi medicinali, preghiere, amuleti. (Piccola parentesi: gli ebrei ortodossi ed i cabalisti credono che qualsiasi guarigione venga da D-o, e che il medico sia solo un mezzo, e che i migliori medici abbiano al loro fianco l'arcangelo Raffaele. Spesso la cura è la recita dei Salmi, uno dei libri più potenti e più amati della Torah.).

E veniamo al sodo- Una volta, il grande Maghid di Mezeritch si rivolse a lui per essere curato.
Il Ba'al Shem Tov cercò di curarlo solo con la preghiera, sedendo al suo capezzale e recitando i salmi.
In seguito, egli disse: "Avrei voluto guarirti con le parole, perché in questo modo la guarigione avviene per sempre. Ma visto che tu vuoi guarire velocemente, non ho altra scelta che usare le medicine." E così lo curò.

Ora, io non sono ebrea e vivo nel 2012.
Ho cercato di riportare questo detto del Ba'al Shem nella nostra epoca.
E ho fatto un parallelismo tra la "cura delle parole" (salmi) e la nostra attuale "cura delle parole" (psicoterapia).

Mi pare questo parallelismo possa funzionare.

Lungi da me screditare i farmaci. I farmaci, ahimé, sono spesso, se non sempre, fondamentali.

Senza un buon stato di compenso sarebbe impossibile qualsiasi psicoterapia.


Ma i farmaci sono risolutivi?


Attualmente NO, per un paio di motivi.

Anzitutto, i farmaci attualmente disponibili per il disturbo bipolare non sembrano GUARIRE, quanto tenere SOTTO CONTROLLO la malattia.
Ora, vero è che sembra che lo Zyprexa crei anche nuove sinapsi, ma allo stato attuale della ricerca, la "cura" è prenderlo per sempre. Quindi è un tenere sotto controllo, non una guarigione.

Secondo, se la malattia mentale non deriva solo da uno squilibrio chimico ma da traumi, disagi, sofferenze protratte a lungo, violenze di ogni tipo e ogni genere, i farmaci non possono curarla.

Sarà NECESSARIA la cura con le parole. Sarà necessario aprire il proprio animo, scavare dentro, andare a ritrovare ed integrare un passato non perduto, parti di se stessi.

Lo so, è lungo, doloroso, difficile, impegnativo.

Ho visto però tanti, troppi amici sofferenti di disturbo bipolare che si curavano solo con i farmaci avere delle ricadute. 

Quindi io voto per l'abbinata FARMACI E PSICOTERAPIA.

L'ho sperimentato, funziona. La guarigione con le parole è per sempre.

martedì 5 giugno 2012

Mania estiva o depressione estiva?

Sta arrivando l'estate...un classico dei libri, dei siti, dei blog che parlano di disturbo bipolare sarebbe un post dal titolo: ATTENTI ALLA MANIA ESTIVA!!

Il che è anche un po' vero....intendo: in estate c'è più luce solare (attivante del tono dell'umore), si esce di più (idem, ma anche stancante), si dorme di meno (come sopra), talvolta l'organizzazione delle ferie e il pre partenza sono momenti molto stressanti (per non parlare delle ferie stressanti: quante coppie che non vanno molto d'accordo sono disperate alla sola idea di vedersi 24 ore al giorno? quante mamme trovano pesante gestire tutta la giornata dei figli?). Tutto vero, stiamoci attenti.

Lo so che è un po' noioso dover attuare una "vigilanza costante", ma dopo un po' di tempo, se siete personcine responsabili, viene naturale. Tutto questo fa parte della nostra vita: noi, e nessun altro, possiamo occuparcene al meglio. Quindi se all'inizio è una rottura andare a letto alle 11 e dormire 8 ore per notte ("che perdita di tempo"), dopo qualche anno il vostro corpo si sarà abituato e troverete FANTASTICO E FONDAMENTALE dormire 8 ore per notte...e quelli che escono fino alle 4 vi sembreranno quasi dei pazzi...loro...mica noi! ;-)

Ovviamente i familiari possono aiutare monitorando come stiamo (mio marito è bravissimo in questo), ma, ammettiamolo, se siamo disposti ad ascoltarli quando siamo compensati, da scompensati non ascoltiamo più nessuno!

"Io sto benissimo! Mai stato meglio! La mia creatività è alle stelle! Mi sento pieno di energia! Ecco, sono stato depresso per tanto tempo, ora sto bene, e invece di essere felice per me tu mi rompi gli zebedei!"

Vi dice nulla questa frase, o una sua qualsiasi variante? Purtroppo quando stiamo "troppo bene" non va bene...dovremmo rimanere sempre in un "abbastanza bene"...."discretamente bene"...."bene"....che non è mediocrità ma è normalità.

Io però quest'anno potrei scrivere: ATTENTI ALLA DEPRESSIONE ESTIVA! Anche se tutto quanto ho appena scritto è vero, mi sento talmente stanca e talmente bisognosa di vacanze che potrei anche avere un risvolto depressivo...o un "bel" ciclo misto.

Ora, seguendo la massima del "medico cura te stesso", so che la soluzione è una: prendersi qualche giorno di ferie subito, immediatamente, prima di essere "troppo" stanca.

Per me i giorni di ferie sono preziosi come l'oro, cerco sempre di centellinarli...ma sono davvero stanca.

Quindi, il prossimo week end cercherò di unire un paio di giorni di ferie e farò un lungo week end al mare....e spero di riscrivere un post diverso!

Vi passo, a questo punto, una massima della mia psichiatra: quando ci sentiamo stanchi, è bene fermarsi SUBITO. Perché quando ci sentiamo TROPPO stanchi, potrebbe essere già troppo tardi!

Per chi è in cura da tanto tempo, magari il rischio non è tanto una crisi conclamata quando dover aumentare per un po' il dosaggio dei farmaci. Il che non fa mai troppo piacere. Ma meglio mezza pastiglietta in più che un ricovero (mio personalissimo punto di vista!)!


Bon, per iniziare il periodo riposo, prometto che oggi pomeriggio mi riposerò almeno un paio d'ore...io, il divano, un libro e i gatti.


Take care of you, sempre!

lunedì 4 giugno 2012

Film e vita - Panda Kung fu 2

Ma sì, perché non parlare anche dei film che ci possono essere d'aiuto o quanto meno che ci fanno star bene?

Devo fare una premessa: da svariati anni, ovvero dalla penultima crisi pesante (2003), io seleziono moltissimo quello che guardo, quello che leggo, quello che ascolto. Lo ritengo un atto di igiene mentale: evito di contaminarmi con "spazzatura", monnezza varia che non mi darebbe nulla di positivo ma potrebbe darmi molto di negativo: ansia, tensione, pensieri negativi, brutti incubi.

Lasciamo perdere...la vita è già difficile di per sé senza caricarsi anche della violenza dei film, dei ritmi sincopati dell'heavy metal, di sconcezze e volgarità. Pulire, pulire, pulire. Il che significa selezionare, fare una scelta.

Quindi le mie selezioni sono: film commedie o drammatici ma puliti, puri. Evito i superman, i thriller, i film di violenza, gli horror. Ok cartoni animati, sempre che dicano messaggi positivi e che non siano troppo violenti (ma come fanno i bambini a guardarli??'). Mio marito mi aiuta in questa selezione...e se vuole vedersi un thriller o film violento, lo fa quando io sono fuori casa, o quando dormo. Mi dice che non ha mai visto tanti cartoni animati neppure quando era piccolo...ma meglio così che vedermi in preda all'ansia.

Musica: no heavy mental, no a certa house, no a rock troppo duri. I loro ritmi, è provato, incidono negativamente sui tessuti molli dell'organismo e possono portare all'ansia (incidono negativamente sul 3° chakra e sul 4°). Cosa resta? Ma tantissima musica!!! Classica, celtica, cantautori, musica etnica, musica new age...

Sembra che il suono dell'arpa abbia un effetto curativo a livello cellulare...lo sapevate??

Libri e giornali: evitate volgarità, violenza, sconcezze. Tutto quanto leggiamo andrebbe a depositarsi nell'inconscio....agendo latentemente.

Dunque, ciò premesso, ieri ho visto un film trooooooppo carino... un cartone animato...Panda Kung Fu 2!

A parte lui che è tenerissimo, è il messaggio che dovremmo tener presente: che non è tanto importante cosa ci è successo in passato, i nostri traumi, le violenze subite, l'educazione....


L'IMPORTANTE E' QUELLO CHE SCEGLIAMO DI ESSERE!

ora, so che sono belle parole ma che la realtà è diversa. Spesso i traumi si aggrappano a noi come delle zecche, e non facciamo che ripensarci, o ne siamo condizionati a livello di comportamento conscio e inconscio.

Ma non sarebbe bello, non sarebbe stupendo se riuscissimo a ricucire le nostre ferite e a far sbiadire le nostre cicatrici?

Se riuscissimo a guardare al passato senza giudizio, senza condanna, senza colpa, senza dolore...



Se riuscissimo a vivere nel presente con la consapevolezza che noi siamo quello che scegliamo di essere e che abbiamo già espiato anche troppo.


Se scegliessimo di essere felici, di essere sani, di essere come sentiamo di essere....