mercoledì 20 giugno 2012

Gravidanza: la mia scelta

Avevo scritto già sul blog di quanto l'argomento gravidanza sia da valutare attentamente per chi soffre di D.B. Gli scompensi possono essere dietro l'angolo, con conseguenze gravi per la mamma, per il bambino, alla fine per tutta la famiglia.


Avevo fatto, anni fa, una visita con l'équipe che segue le gravidanze a rischio. Consapevole di quanto sarei andata incontro. Ad esempio, per noi niente poppate notturne: sarebbe stato indispensabile prendere una tata notturna per almeno 6-9 mesi dopo la nascita.

Col tempo, mio marito ha perso la voglia di diventare padre. "Amour, stiamo tanto bene!".

Certo, noi ormai siamo due persone di mezza età. A tutte le considerazioni già fatte, si aggiunge anche che nessuno di noi due ha vent'anni, quindi le energie sono inferiori, la vita è strutturata.

Insomma, alla fine la mia, la nostra scelta è stata di non avere bambini, di non provarci neppure.

Certo, i miei piani da adolescente erano diversi. Ma tutti i miei piani da adolescente si sono rivelati irreali! Di certo, non avevo previsto neppure il disturbo bipolare (chi lo prevede, mi chiedo? forse figli nipoti di altri pazienti hanno una vago sentore...ma la forte speranza che non capiti anche a loro).

La mia vita non è andata come avevo previsto, ma è la mia vita, e va bene.

Non è stata una rinuncia atroce. Avendo speso molti anni in relazioni sentimentali infelici, ormai tra i miei progetti un marito ed un figlio erano in ennesima posizione, non ai primi posti.

Avevo impostato la mia vita sugli studi, sugli interessi, sul lavoro, sugli amici. E ringrazio di non aver mai fatto della maternità un totem, una conditio sine qua non senza la quale non sentirmi donna.

Io mi sento donna, anche senza figli. Il mio dare è comunque presente: con i familiari, con le amiche, con gli animali, con la disponibilità.

La mia creatività è comunque presente: con le poesie, la danza, i libri.

Non mi sento menomata.


Ogni tanto affiora una sottile mancanza, un "sarebbe stato bello", ma posso gestirla, mi tocca lieve e se ne va.

Come dicono gli americani: if life gives you lemons, make lemonade (se la vita ti dà limoni, fai la limonata).

Credo di aver fatto una bella limonata con i  limoni che la vita mi ha dato, e aggiungendo un po' di zucchero è anche diventata gradevole.