Non è chi si cura.
Non è chi accetta di avere un problema, una malattia e cerca il modo per risolverlo.
Non è chi si prende la responsabilità etica della propria vita e del proprio impatto sul mondo.
Il vero problema è chi non fa tutto questo. Chi lo rifiuta. Chi punta il dito sempre verso gli altri, colpevoli di tutti i mali del mondo, senza rendersi conto delle tre dita che puntano contro di sé (provate, e vedrete che è così).
Questo è il vero problema, che rende faticosa la vita ed i rapporti.
Io forse oggi ho il dentino avvelenato, proprio quello giù in fondo, ma sono riflessioni che mi accompagnano da moltissimo tempo.
I disturbi mentali, i disturbi di personalità, le nevrosi, le ansie, il disturbo bipolare, la depressione, sono molto più diffusi di quanto si creda.
Ma pochi arrivano a pensare e ad accettare che il problema sia in loro e cercano un aiuto.
Meglio, e più facile, pensare che il problema siano gli altri, il mondo crudele, il governo ladro, il prossimo egoista e approfittatore.
Quando ho iniziato la psicoterapia ero così entusiasta che avrei mandato in terapia il 100% delle persone che conoscevo.
Come fanno, mi chiedevo, come fanno gli altri a campare senza risolvere i traumi, le angoscie, le ombre che si portano dietro? Come fanno a vivere e a far vivere male, scaricando tutto sugli altri??
Poi ho capito che pochissimi osano farlo.
Purtroppo la mancanza di responsabilità personale oggi è la più diffusa delle malattie.
Tanto, così fan tutti, è il pensiero.
E allora perché sprecare tempo, soldi, fatica e dolore per fare un passo di più?
La risposta ve la faccio dare da Indro Montanelli (bipolare anche lui, per chi non lo sapesse): Se è per chiudere gli occhi senza aver saputo di dove vengo, dove vado, e cosa sono venuto a fare qui, tanto valeva non aprirli.