martedì 19 giugno 2012

Perché curarsi, in fondo??

Sento più spesso di persone che stanno male e scelgono di non curarsi. Taluni arrivano a provare i farmaci e li rifiutano (perché rendono grigi, perché non sentono emozioni, perché i farmaci fanno schifo, perché fanno ingrassare, i soliti discorsi che abbiamo fatto tutti), altri non prendono neppure in considerazione l'ipotesi che il loro carattere così estroso non sia un'eccentricità ma una malattia.

Ora, potremmo parlare per anni sulla normalità (chi lo sa cosa sia....), sulla malattia, sulla vita moderna così stressante, ma la domanda che mi sono fatta e che faccio a voi è: cosa volete dalla vita? Cos'è per voi vivere?

Questa la domanda base... io ho sempre voluto STARE BENE, ESSERE FELICE, e questo mi ha salvato.
Mi ha permesso di tirare fuori coraggio, consapevolezza, forza, di affrontare questa malattia in quello che, per me, è stato il migliore dei mondi.

Ho anche sempre voluto RISPETTARE LE PERSONE che mi stanno vicino; non avrei mai potuto accettare di essere un peso o di essere causa di dolore e di stress.

Ho sempre cercato di MIGLIORARMI, come persona, come individuo, come entità umana e spirituale. Il che, tradotto, significa curare le proprie ferite ed i propri traumi, cercare di integrare quanto non lo era, accettare di curarsi.

Io non sono mai stata una fan né dei farmaci né dei medici, la mia formazione è diversa.
Li ho rifiutati, ho contestato, discusso con i medici, ne ho provati svariati, facendo di me stessa la mia stessa cavia, prima di accettare quelli che, sommati i pro e i contro, mi davano la qualità di vita migliore.

Capisco il rifiuto, capisco lo smetterli, ci siamo passati tutti. 
PASSATI...il che significa che tante persone che conosco prima o poi si sono dette: PERCHE' DEVO CONTINUARE A SOFFRIRE, A FAR STAR MALE ME STESSO E LA MIA FAMIGLIA, A SPERPERARE DENARO, A PERDERE IL LAVORO, A FAR FALLIRE RELAZIONI?

La soluzione esiste, basta cercarla.


Oggi, vivaIddio e la ricerca, non siamo più negli anni '50 del secolo scorso, nei quali o litio o nulla.
Oggi tantissimi farmaci sono stati studiati per il disturbo bipolare, e funzionano.
Basta avere la voglia e la pazienza di dire allo psichiatra: con questo farmaco non mi trovo per nulla bene. Possiamo provarne un altro?

Se errare è umano e perseverare diabolico, penso che la scelta di continuare a star male sia davvero stolta, priva di senso. Siginfica condannare se stessi e chi ci sta vicino all'inferno in terra... non ne avete già passato e fatto passare abbastanza? Cos'avete ancora da espiare??