lunedì 9 luglio 2012

Non è per nulla facile

Soffrire di disturbo bipolare.


Avere figli che soffrono di disturbo bipolare.


Avere un marito o una moglie che soffrono di disturbo bipolare.


Avere amici che soffrono di disturbo bipolare, o un fratello, o una sorella.


No, non è per nulla facile.


Da protagonista dico: la croce più grande è la nostra. Noi soffriamo in prima persona, noi siamo costretti ai farmaci, a lunghe psicoterapie, a lunghe ricostruzioni di noi stessi, a una vigilanza costante sul nostro umore.


Poi....diciamo che quando cerco di mettermi nei panni dei miei familiari so che la loro croce forse, e dico forse, è altrettanto grande della mia. Diversa, certo, ma non per questo meno dolorosa.

Almeno, la penso così, è un pensiero, una percezione, un rendersi conto di come le vite di coloro che ci circondano siano, in ogni caso, toccate dal disturbo bipolare.

La continua preoccupazione che io stia bene. Il continuo timore che io possa stare male di nuovo. L'incubo, già vissuto e mai abbastanza allontanato, di ricevere una telefonata da un ospedale o da un amico "sua figlia è stata ricoverata".

Io credo di aver seguito una certa morale anche nella malattia. Di aver cercato di non pesare troppo sulla mia famiglia, di aver cercato di curarmi nel migliore dei modi.


Questo lo ritengo quasi un obbligo morale, perché come possiamo fare delle nostre vite, volontariamente o meno, elle croci per qualcun altro che ci vuole bene? Come possiamo trasformare l'affetto in un inferno?


La vita è già così piena di stress, di dolori, di battaglie di per suo, senza mettere anche l'immoralità di non curarsi.

Perché il non curarsi non è mai una scelta di cui solo noi paghiamo le conseguenze, a meno che scegliamo la strada dell'eremita che vive sulla montagna, lontano da tutto e da tutti.

Se viviamo in un contesto sociale (famiglia, lavoro, società), la nostra scelta influisce, nel bene e nel male, sulle vite di coloro che ci circondano. Come le loro scelte hanno influenza su di noi.

La scelta di starci vicino o di allontanarsi.

Io capisco chi si allontana. Non è mica facile star vicino a un malato mentale. Servono dei superpoteri, e mica tutti li hanno.

E diciamo che posso capire anche chi sceglie di non curarsi, ci sono passata, ma la domanda è: vi rendete conto di quanto la vostra scelta non ricada solo su di voi?

Vi rendete conto che state coscientemente rovinando le vostre vite e quelle di chi vi sta vicino??