lunedì 20 agosto 2012

It's a kind of funny story - 5 giorni fuori

Vi consiglio questo film perché è davvero carino... nonostante sia una bella favoletta e nella realtà le cose non siano così  rapide (5 giorni per cambiare vita sono veramente pochi) né così fluide.

Craig, il protagonista, è un 16enne che il padre vorrebbe lanciare nell'empireo delle scuole super formanti, onde farlo diventare un amministratore delegato o simili.

Ma il nostro soffre di depressione e di pensieri di suicidio.
Prendeva lo zoloft (il che ci dice che la sua depressione era unipolare e non bipolare), ad un certo punto si sente bene, pensa "non ne ho bisogno" e lo smette, senza dirlo al medico.

Vi dice nulla?
Ovviamente bello sbaglio, i pensieri sul suicidio ritornano, ed una notte, anziché andare a buttarsi giù dal ponte, si dirige verso il pronto soccorso della sua città, chiedendo, supplicando, implorando di essere ricoverato nel reparto psichiatrico (da non credere, eh? ma è giovane...)

Dopo pochi minuti di reparto psichiatrico il nostro vorrebbe già fuggire via: troppi matti in circolazione, lui non è così, lui..sta solo un po' male! Alchè viene bloccato sia dai medici che dai genitori, in quanto la durata minima del ricovero è...avete indovinato, 5 giorni.

In 5 giorni lui fa in tempo a: riprendere farmaci, scoprire la sua vera vocazione (l'arte, non l'economia), trovare una fidanzata (malata anche lei ma tanto carina ed intelligente), aiutare vari ricoverati in vari modi.

Ora, a me i film "buoni", con l'happy end, piacciono. E' un modo per volare fuori dalla realtà, per dirmi che in realtà è possibile, che possono anche esistere belle persone. Battiato cantava: "In quest'epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell'orrore"...Ecco, io non sarei così tranchant (a chi piace l'horror, se lo veda! Io vado matta per Harry Potter...) però mi sembra che al cinema ci sia un surplus di violenza sangue e scene ansiogene...trovare un bel film con buoni sentimenti è sempre più difficile.

Quindi dico: film vedibile e godibile.

Ma la realtà è diversa. Il percorso che il ragazzo fa in pochi giorni probabilmente potrebbe durare mesi, e buona fortuna a tutti.

Il messaggio di base però è fondamentale: una malattia mentale non è una tragedia senza scampo, se ne può uscire, si può ritrovare serenità, felicità, diversi modi di stare al mondo, diversi modi di essere se stessi.

Ben venga, davvero.





giovedì 9 agosto 2012

Il tempo di guarire

Conosco parecchie persone che soffrono di disturbo bipolare ed affini...
oltre a me, ovviamente.

E una cosa vorrei dire a tutte loro: datevi il tempo di guarire.
Le crisi psicotiche, in up o down che siano, sono un grandissimo stress per il cervello.
Salta tutto, o quanto meno parecchio. Sparisce l'attenzione, la concentrazione, la memoria, la volontà.

Lo so bene.
Io normalmente leggevo 3, 4, in ferie anche 10 libri a settimana.
Bene, in fase di "crisi" non riuscivo a leggere neppure i titoli dei giornali.
Idem per i film: la maggior parte mi mettevano ansia, cartoni animati compresi.
Volontà, questa sconosciuta! come avere volontà e determinazione quando si fa fatica a restare vivi?

Il cervello ha bisogno di tempo per ritornare ai suoi ritmi "normali". Per noi, normali non lo saranno più.
Una volta esplosa la malattia e ricevuta la diagnosi, dovremmo rivedere tutto il nostro concetto di "normalità" e noi stessi, le nostre vite.

Diamoci questo tempo. Regaliamoci il tempo, grande lusso, per poter guarire, per vivere senza stress, per ricostruire noi stessi....

E' il più grande regalo che possiamo farci.

Capisco la fretta, capisco la voglia di ritornare in pista, capisco che la lentezza non fa parte delle nostre vite e dei nostri progetti.


Riprendiamoci i modi del contadino: abbiamo piantato un seme, dobbiamo innaffiarlo, curarlo, lasciare che cresca con il sole, con la pioggia, con le nostre cure.


Alla fine vi renderete conto che le cose sono andate esattamente come dovevano andare....