giovedì 17 gennaio 2013

Crisi pantoclastica

Avete letto nei giorni scorsi la notizia su Cristiano De André?
I giornali riportavano che i vicini sentivano rumori di cose rotte, hanno chiamato le forze dell'ordine, lui non voleva neppure aprire ai carabinieri. Quando loro, supportati da Dori Ghezzi ed Alba Parietti, sono riusciti ad entrare, hanno trovato la casa  in totale soqquadro.

Vi ricorda nulla?

Ora, lungi da me fare diagnosi od ipotesi, e sempre prendere con le pinze qualsiasi articolo giornalistico, ma sembra la descrizione di una bella crisi pantoclastica (traduzione letterale: si spacca tutto), un accessorio della crisi maniacale.

Io ne ho avute due.
La prima, più che pantoclastica è stata, per chi la vedeva, pantocaotica. Non avevo distrutto nulla, avevo soltanto riunito le cose in tre mucchi, per analogia.
Agli esterni e normali sembrava che io avessi fatto un caos, ma nella mia testa quel caos seguiva precise regole analogiche: mi sembrava che le cose dovessero stare insieme o per colore o per funzione o per analogie sottili che, evidentemente, solo io capivo.
Durante quella crisi, accaddero cose strane. Oltre avere un'espansione della coscienza incredibile, mi ero fissata con un certo ordine e certi nodi. Anni dopo, mi capitò di vedere quei nodi: erano usati da una tribù sciamanica dell'Australia. Ora, io non sono mai stata in Australia e non avevo mai visto quei nodi prima. Quella per me fu la prova provata dell'inconscio collettivo junghiano, quell'immenso serbatoio in cui tutti, evidentemente, ed in particolare in stato maniacale, peschiamo a piene mani.

La seconda fu proprio pantoclastica: la mia vita mi sembrava un'assurdità, totalmente priva di senso, ogni sforzo, ogni impegno, si era rivelato vano, senza scopo.
Ruppi tutto. Quadri, libri, vestiti. Salvai solo alcuni libri evidentemente troppo preziosi per me.
Indovinate la conclusione? Certo, ricovero in repartino (in entrambi i casi).
Mio padre e un mio ex fidanzato si occuparono di rimediare a tutto quello...ancora li ringrazio.

Che dire? cose che capitano. Me ne vergogno? Mah, mi vergogno di altro....sempre di cose dette o fatte in mania, ma possiamo essere responsabili di qualcosa che facciamo quando non siamo più capaci di intendere e di volere? legalmente, no.

Qualunque spettrale malattia Cristiano stia affrontando, gli auguro ogni bene.
Gli auguro di trovare la strada per guarire e di non rifiutare i farmaci, come purtroppo tanti artisti fanno.
Ma il farmaco non cambierà la sua personalità e la sua creatività, è "solo" un fatto di adattarsi a nuovi colori.